Il G7 dei ministri dell'Energia si è concluso con vaghe promesse e una richiesta di aiuto: i ministri, ha riportato il Financial Times, hanno invitato il gruppo Opec dei paesi produttori di petrolio a produrre di più visto che l’invasione della Russia in Ucraina ha spinto i prezzi del greggio ai livelli più alti degli ultimi dieci anni.

L'appello è contenuto nel comunicato finale: «Chiediamo ai paesi produttori di petrolio e gas di agire in modo responsabile e di rispondere all'inasprimento dei mercati internazionali, rilevando che l’Opec ha un ruolo chiave da svolgere», hanno affermato i ministri.

Nel testo viene rilevata l’«urgenza» per l'Ue di ridurre anche la dipendenza dal gas naturale russo e viene indicata come strada l'aumento delle forniture di gas naturale liquefatto e il ruolo che potrebbe svolgere «al fine di mitigare l’impatto di potenziali interruzioni dell'approvvigionamento del gasdotto gas, soprattutto verso i mercati europei».

Il ministro dell'Economia e del Clima tedesco, Robert Habeck, rispondendo a una domanda in conferenza stampa alla fine del G7 ha avvertito sull’ «eccesso di sforzi» per compensare il gas russo: «Gli sforzi per uscire dalla dipendenza del gas russo a breve termine non sono affatto inefficaci al momento. Ma dobbiamo fare attenzione a che non abbiano troppo successo». L’obiettivo ha ribadito, è stimolare la produzione di energia rinnovabile e al contrario «non vogliamo spingere eccessivamente l'industria del gas, cui alla fine non vogliamo più ricorrere in futuro».

La posizione dell’Arabia

Finora l’Arabia Saudita, uno dei leader dei paesi Opec, non ha voluto cedere, ribadendo che l’offertadi greggio non manca. Il gruppo Opec+, che comprende la Russia, ha tagliato la produzione durante la pandemia, ripristinandola gradualmente, ma la ripresa economica e la guerra in Ucraina hanno ribaltato la situazione. I prezzi del petrolio sono quasi raddoppiati nell'ultimo anno per scambiare vicino a 120 dollari al barile, il livello più alto dal 2014, portando a critiche nei confronti degli stati del Golfo come l'Arabia Saudita con capacità di produzione inutilizzata.

I prezzi ell’energia

Il ministro Roberto Cingolani ha appezzato l’attenzione per le fasce economicamente più deboli: «C’è una frase nel comunicato che ricorda che, fra le altre cose, la giustizia sociale internazionale prevede che l'energia debba essere accessibile a tutti, con prezzi moderati. Però i prezzi dell'energia sono capitolo di un G7 economico».

Adesso, ha ricordato proseguiranno i lavori: «Ci sono una serie di discussioni che vengono fatte con i vari ministeri. Esiste una chiara consapevolezza che il problema vada affrontato - ha continuato - Ho parlato con tutti i colleghi e mi sembra che abbiano tutto sommato capito». Le istanze «dei vari paesi sono tutte ragionevoli» ha ribadito, una frase che riguarda da vicino i problemi logistici portati avanti dall’Ungheria, dipendente dall’oleodotto che la collega alla Russia, ma anche l’uso dei combustibili fossili più in generale. «Non è che ci sia un blocco di principio sulle questioni – ha detto Cingolani -. Purtroppo bisogna vedere le realtà locali e le esigenze di ogni paese. Sono abbastanza fiducioso».

Le emissioni

ll G7 ha provato ancora una volta a trovare un accordo sullo spegnimento del carbone, ma anche in questo caso non si è arrivati a una data né a formulazioni nette, riporta Reuters, anzi.

I ministri hanno deciso di interrompere i finanziamenti pubblici per progetti legati ai combustibili fossili all'estero che non abbattono le emissioni entro la fine di quest'anno, tranne in circostanze limitate.  Dunque continueranno a rientrare le centrali elettriche che utilizzano tecnologie per catturare le proprie emissioni. Sul fronte interno invece verranno fermati entro il 2035 i finanziamenti alle centrali che utilizzano combustibili fossili e «non abbattono le proprie emissioni», ben diverso che pretenderne lo spegnimento.

Il comunicato si è impegnato per creare un settore dei trasporti altamente decarbonizzato entro il 2030, anche attraverso un aumento significativo della vendita e dell'utilizzo di veicoli leggeri «a emissioni zero».

Il G7 punta anche ad arrivare a una maggiore trasparenza e punta a iniziare a riferire pubblicamente il prossimo anno su come i paesi stiano mantenendo l'impegno passato per porre fine ai sussidi «inefficienti» ai combustibili fossili entro il 2025.

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