La battaglia sulle Generali inizia ora, nel giorno in cui l’assemblea delle assicurazioni di Trieste approva con il 99,8 per cento di voti a favore un bilancio che registra 1,7 miliardi di utile. Conti che sono stati accolti positivamente dagli analisti, ma a cui è mancata l’approvazione del socio con il 5,6 per cento e anche vicepresidente vicario Francesco Gaetano Caltagirone che ha fatto notare o meglio pesare la sua assenza all’assemblea,  seppure abbia partecipato ai consigli di amministrazione che l’hanno preceduta e seguita. Caltagirone ha messo più volte in discussione le scelte della compagnia assicurativa, guidata da Philippe Donnet, che proprio in occasione dell’assemblea ha annunciato di stare già lavorando al piano industriale 2022-2024, mentre la sua traballante poltrona è in scadenza nel 2022, e ha già fissato un incontro con tutti gli amministratori della compagnia per maggio.

Ai soci la compagnia assicurativa non offre solo conti in ordine ma distribuisce anche un dividendo di 1,47 euro ad azione. E incassa il voto favorevole su tutti i punti anche della Delfin di Leonardo Del Vecchio, primo azionista di quella Mediobanca che a sua volta è primo azionista di Generali, e della Edizione dei Benetton, soci che secondo i rumor avrebbero potuto o potrebbero affiancare Caltagirone nella richiesta di discontinuità. Ma che intanto tacciono e aprono il portafoglio. «La prima tranche da 1,01 euro è un valore record e sarà distribuita a maggio», ha spiegato Donnet agli azionisti. «La seconda tranche da 46 centesimi è invece relativa alla parte del dividendo 2019 non distribuita lo scorso anno. Verrà distribuita a ottobre previa la verifica da parte del Cda che non ci siano indicazioni ostative dalle autorità».

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