I bonus edilizi hanno allargato il deficit dei conti pubblici italiani di quattro punti e mezzo, negli anni tra il 2020 e il 2022. La cifra, pari a circa 75 miliardi di euro, emerge dalle nuove stime diffuse oggi dall’Istat che ha dovuto riscrivere i saldi degli anni passati, considerando il credito di imposta come spesa nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche, riportandone gli effetti direttamente nell’anno in cui viene formalizzato, senza spalmare Il deficit negli anni successivi.

L’impatto sui conti pubblici

Il deficit del 2022 quindi è stato rivisto al rialzo dal 5,6 per cento all’8 per cento. E quelli del 2020 e 2021 sono aumentati  rispettivamente di 0,2 e 1,8 punti percentuali, con un aumento dell’indebitamento di 2,7 e 32 miliardi. Per il 2021 è stato rivisto al rialzo anche il Pil Per l’anno 2021 è stato rivisto al rialzo il tasso di crescita del Pil che è passato da +6,7 a +7 per cento. Una crescita che comunque non compensa le minori entrate dal lato del deficit, anche se il settore costruzioni ha contribuito all’aumento della ricchezza del paese e anche nel 2022 l’ha trainata. 

Cosa cambia per il governo

La revisione del metodo di calcolo dei due bonus più costosi per le casse pubbliche ha provocato l’improvvisa sterzata del governo Meloni che solo per evitare di ritrovarsi un deficit maggiore quest’anno ha imposto lo stop immediato al credito di imposta per il 2023. Nella realtà la spesa per lo stato sarà la stessa spalmata su più anni, ma intanto il governo può  lasciarsi alle spalle il problema, trovarsi nel 2023 un deficit più basso e quindi più margine di manovra per il futuro.

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