- L’Istat rileva, infatti, che, fra il 2019 e il 2020, la quota di famiglie in povertà assoluta quelle non riescono a comprare “il paniere necessario” è aumentata in misura considerevole, mentre quella in povertà relativa che si basa sui consumi medi si è significativamente ridotta.
- In periodi straordinari, come quello pandemico, una riduzione della spesa può invece dipendere anche dai divieti imposti dal timore di effettuare consumi che potrebbero esporre a rischi di contagio o dalla scelta di aumentare il risparmio.
- In conclusione, non possiamo sentirci sollevati di fronte al dato in miglioramento sulla povertà relativa e forse possiamo non aggravare troppo la nostra preesistente preoccupazione di fronte a quello in peggioramento sulla povertà assoluta.
I dati sull’andamento della povertà in Italia nel 2020, diffusi il 16 giugno dall’Istat, sembrano delineare, agli occhi dei non esperti, un quadro contraddittorio e di difficile interpretazione. L’Istat rileva, infatti, che, fra il 2019 e il 2020, la quota di famiglie in povertà assoluta è aumentata in misura considerevole – dal 6,4 al 7,7 per cento – mentre quella in povertà relativa si è significativamente ridotta – dall’11,4 al 10,1 per cento. Chi non conoscesse in dettaglio le metodologi



