C’è un cortocircuito che lega la Sicilia alla Lombardia del terremoto politico su Aria Spa, la mega - Consip lombarda che ora accentra su di sé le funzioni delle tre partecipate dalle cui ceneri è nata, Infrastrutture lombarde, Arca e Lombardia informatica.

A Milano Francesco Ferri, il berlusconiano di ferro che ne era presidente fino a ieri, è stato disarcionato dopo che il presidente leghista Attilio Fontana ha chiesto la rimozione dei vertici della super partecipata, senza addossare alcuna responsabilità all’assessore al bilancio Davide Carlo Caparini, che pure ha salda in mano la delega alle partecipate.

A Paternò e a Biancavilla, due comuni del catanese, i lavoratori dei call center che da quindici anni si occupano dei servizi di assistenza della sanità lombarda, temono di non vedere rinnovato l’appalto in scadenza a luglio e si stanno mobilitando anche con la regione Sicilia.

Era il 2004 - 2005 quando a Paternò, comune di poco meno di 50 mila abitanti e soprattutto paese di origine dell’intera famiglia Larussa – ci sono nati sia Romano, ex assessore lombardo e per molti anni consigliere regionale, che il fratello ex ministro Ignazio – e nella vicina Biancavilla, la regione Lombardia creò attraverso la partecipata Lombardia Informatica che si occupava soprattutto di software sanitari due call center: in tutto oltre mille posti di lavoro part time, a cui negli anni si è aggiunto anche un piccolo call center a Milano. Allora Lombardia Informatica era un feudo dei La Russa, dicono a Milano. E fu così che i lavoratori siciliani iniziarono a occuparsi del servizio di assistenza della sanità lombarda a cui si rivolgevano i cittadini della Valtellina o della Brianza. Ai primi due call center poi si è aggiunto anche un call center a Milano, ma che impiega solo 150 rispetto ai 1300 lavoratori in totale.

L’azienda che formalmente assumeva ii lavoratori è cambiata negli anni, il lavoro no: hanno continuato a lavorare per la sanità lombarda. Lombardia contact srl, la società di Lombardia informatica prima gestiva direttamente il servizio, poi ha iniziato ad affittare il servizio e i lavoratori, spiega il rappresentante sindacale Carmelo Caruso, fino a che nel 2015 Lombardia informatica ha venduto l’intera società al gruppo Gpi per ben dodici milioni di euro. «Un rialzo abbastanza notevole», dice Caruso.

L’ultima gara

Ma grazie a un appalto vinto nel 2016, il committente resta ancora lo stesso e anche il lavoro: negli ultimi cinque anni i lavoratori catanesi hanno continuato a fare il servizio di assistenza alla sanità lombarda. Caruso teme che ora facciano pagare loro in nome della necessità di risparmiare, «noi ci occupiamo del fascicolo elettronico della sanità, di prenotazioni di visite e anche dell’assistenza tecnica, alcuni colleghi si occupano anche della gestione dei vaccini degli insegnanti».

Francesco Ferri, il berlusconiano di ferro “dimesso” da Fontana era diventato presidente di Lombardia informatica nel 2018 dopo aver lasciato tra le polemiche anche la gestione dell’autodromo di Monza, la Corte dei conti aveva appena spiegato che la società costava a livello gestionale cinquanta volte in più rispetto all’altra importante partecipata della regione, Arca, compresi decine di migliaia di euro in viaggi e spese di rappresentanza.

La nascita di Aria, che è diventata concreta a luglio di quest’anno, viene da lì e dalla pretesa di efficienza della giunta Fontana che però è stata smentita ripetutamente, tra la gara dei camici all’impossibilità di parlare con qualcuno nel momento in cui gli anziani arriva l’appuntamento per il vaccino via sms, passando all’estremo opposto. Così mentre Gpi annuncia ai sindacati siciliani «una proroga tecnica» del servizio, questi nel mezzo del redde rationem lombardo tra Fi e Lega chiedono garanzie al presidente della regione siciliana, Nello Musumeci.

 

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