San Recovery fund ha fatto il miracolo. Il vecchio progetto per il collegamento stradale tra Orte e Mestre targato Vito Bonsignore che sembrava indirizzato verso il cimitero delle cause perse è tornato prepotentemente in auge proprio grazie al piano europeo. Il pretesto è che bisogna farsi trovare pronti per utilizzare bene e subito i soldi del fondo per la ripartenza dopo la pandemia, con progetti in grado di catalizzare gli investimenti e far aprire i cantieri. Con questa giustificazione viene riportato a forza agli onori del mondo un piano non solo datato, risalente addirittura al Giurassico delle grandi opere di stampo berlusconiano. Ma oltretutto già autorevolmente scartato alla metà di luglio di quattro anni fa dal Consiglio superiore dei lavori pubblici che l'aveva bocciato sia sotto il profilo tecnico-ingegneristico sia sotto l'aspetto economico perché basato su stime di costi parametriche e non effettive. Un progetto a spanne, in sostanza.

Replicare il modello Catania-Ragusa

Con queste premesse è facile prevedere che il progetto Bonsignore per la Orte-Mestre ripescato in Italia difficilmente potrà essere accolto a braccia aperte in Europa. La conseguenza inevitabile e sgradevole, soprattutto per gli automobilisti, sarà che a dispetto del Recovery il collegamento Orte-Mestre continuerà a lungo a restare quel che è, vecchio, lento e pericoloso. Ignorando con disinvoltura gli autorevoli pareri negativi, negli ultimi giorni al ministero guidato da Paola De Micheli (Pd) e all'Anas si stanno dando molto da fare per chiudere in fretta la partita con l'obiettivo di acquistare da Bonsignore alla strabiliante cifra di 120 milioni di euro proprio quei progetti bocciati e inutilizzabili il cui valore è prossimo allo zero. Stanno cercando cioè di replicare in fretta con la Orte-Mestre il modello già sperimentato per il progetto praticamente inservibile dell'autostrada Catania-Ragusa che l'Anas ha comprato sempre da Bonsignore per un'altra cifra monstre: 37 milioni di euro.

Un autorevole gruppo di lavoro

Al ministero della De Micheli la partita Orte-Mestre è seguita con particolare premura da personaggi di primo livello: Alessandra Dal Verme, dirigente ministeriale tra le più autorevoli, in questo momento fuori ruolo dall'ispettorato generale del ministero delle Finanze, ma attivissima sui dossier che riguardano infrastrutture e Recovery, molto ascoltata per la sua competenza e anche per la vicinanza al commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni, ex capo del governo e suo cognato. Con la Dal Verme è della partita il capo di gabinetto del ministero, Alberto Stancanelli, e viene consultato Ugo Dibennardo, il capo progetto del gruppo di lavoro sulla Orte-Mestre istituito di recente all'Anas dall'amministratore delegato Massimo Simonini.

I 120 milioni che stanno per piovere nelle tasche di Bonsignore sono così ripartiti: 30 milioni per la parte del piano che riguarda i 262 chilometri di E45 da Orte a Cesena che dovrebbero essere ammodernati e messi in sicurezza. Novanta milioni per il progetto di costruzione di una nuova opera, un'autostrada tra Cesena e Mestre con i caselli per la riscossione dei pedaggi. Bonsignore, 77 anni, è una vecchia conoscenza per chi si occupa di trasporti: politico democristiano-andreottiano di origini siciliane trapiantato a Torino, sottosegretario alle infrastrutture, condannato in via definitiva a due anni per concorso in tentata corruzione per un appalto all'ospedale di Asti, di nuovo sulla breccia con il Popolo delle libertà di Berlusconi. E infine imprenditore stradale con velleità di ingresso nel mondo fatato dei concessionari autostradali e mille canali di collegamento con l'Anas. Fin dai tempi in cui il capo era Pietro Ciucci e poi con il suo successore Gianni Armani e infine con l'attuale amministratore Massimo Simonini a cui è legato da un'antica amicizia familiare, risalente a quando il padre di Simonini era capo del compartimento Anas del Piemonte e Bonsignore un politico di rispetto di quella zona.

Da Armani a Simonini

Era stato poprio Armani il primo a ridare slancio due anni fa all'ormai dimenticato progetto di Bonsignore. Il piano per la Orte-Mestre gli era parso adatto al suo scopo che era quello di trasformare l'Anas in concessionario autostradale con la riscossione dei pedaggi. Di fronte ai soldi offerti da Armani, Bonsignore avrebbe venduto più che volentieri e avrebbe di conseguenza ritirato i ricorsi che nel frattempo aveva avviato contro il ministero dei Trasporti per avere il via libera all'avvio dei lavori della gigantesca opera (sette miliardi di euro il valore stimato complessivo). Lavori che in realtà lui non avrebbe mai avuto la forza di realizzare.

Gli era andata male ad Armani, alla fine si era dovuto dimettere e sembrava che con lui fosse definitivamente tramontato il progetto della Orte-Mestre. Che invece, chissà perché, ha sette vite come i gatti. Il nuovo amministratore Simonini ha ripudiato tutto di Armani, si è disfatto di tutti i dirigenti legati alla sua gestione, ma da Armani ha ereditato volentieri una cosa sola: i progetti di Bonsignore. Che ora sono a un passo dal traguardo grazie a San Recovery usato come cavallo di Troia.

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