Senza un piano industriale solido, la produzione potrebbe ridursi a 4-6 milioni di tonnellate annue, contro gli 8 milioni di capacità teorica, portando a una frammentazione degli impianti e a migliaia di esuberi tra i 10.000 dipendenti attuali, di cui 3.000 già in cassa integrazione
Il fallimento della trattativa con Baku Steel e l’annuncio di una nuova gara per la cessione dello stabilimento aprono scenari complessi sul futuro dell’acciaieria tarantina, con il rischio concreto di una “mini Ilva” che ridimensionerebbe drasticamente la capacità produttiva e l’occupazione. Domani il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso guiderà un incontro cruciale a Roma con la Regione Puglia e gli enti locali per definire l’Accordo di programma interistituzionale sulla deca



