La Commissione europea ha lanciato il piano RePowerEU con l’intenzione di staccarci dal gas di Vladimir Putin entro il 2027 con un valore stimato di 300 miliardi di cui l’Italia spera di ottenere una nuova fetta. La parte più importante infatti riguarda la possibilità di nuovi investimenti e riforme nei Pnrr , offrendo la possibilità a chi non l’ha ancora fatto di richiedere i 225 miliardi di euro di prestiti a disposizione del Dispositivo di Ripresa e Resilienza che riguarda i Pnrr. A questo si aggiunge, su base volontaria, l’utilizzo di fondi di coesione (26,9 miliardi), trasferimenti dal piano per l’agricoltura comunitario (7,5 miliardi) e proventi dalle aste dei permessi di emissione (20 miliardi). Dal totale circa 10 miliardi di euro finanzieranno i collegamenti mancanti per il gas, il gas naturale liquefatto e le infrastrutture petrolifere per rendere concretamente possibile il distacco dalla Russia.
Anche se l’Italia ha già chiesto tutti i prestiti nel Pnrr, resta la possibilità di accedere a quelli che non saranno comunque richiesti dagli altri stati membri e di aumentare «la dimensione del piano». Attualmente il RePowerEu non comporta automaticamente cambiamenti né per i progetti né per i finanziamenti del Pnrr, ma, specifica Palazzo Chigi «metterà a disposizione dei paesi ulteriori risorse per la transizione energetica, oltre a quelli già previsti dall’Unione europea». 

RePowerEU

Il RePowerEu si muove su più direttrici. La prima è il risparmio energetico, ha sottolineato la presidente von der Leyen: «La soluzione più economica». Per questo la Commissione propone di aumentare gli obiettivi di efficienza energetica dal 9 per cento al 13 per cento nel contesto del pacchetto “Fit for 55” e ha pubblicato una Comunicazione sui cambi comportamentali per ridurre la domanda di gas e petrolio del 5 per cento. In concreto è prevista anche la possibilità di esenzioni Iva sui sistemi di riscaldamento o raffreddamento efficienti. La seconda direttrice sono le rinnovabili. La Commissione propone di innalzare l’obiettivo di consumo di energie rinnovabili al 2030 al 45 per cento del mix. Per arrivarci sono previste una strategia per il solare, un obbligo di installazione graduale di pannelli fotovoltaici sui tetti pubblici e commerciali entro il 2025 e l’incremento delle pompe di calore, una strategia per il biometano e una semplificazione di tipo normativo per le autorizzazioni degli impianti per la produzione di energia rinnovabile.

La piattaforma gas

Tra le novità più importanti c’è la creazione di un «piattaforma Ue dell’Energia» che consentirà acquisti congiunti di gas, Lng e idrogeno su base volontaria. La Commissione intende proporre in futuro un vero e proprio «meccanismo di acquisto congiunto» sul modello di quello dei vaccini. Una misura fortemente caldeggiata dall’Italia nei mesi scorsi e che adesso dovrebbe concretizzarsi, a breve infatti si legge si attiverà una task force. A queste misure è stata affiancata anche l’External Energy Strategy per siglare nuovi accordi per l’import di Gnl e tramite gasdotto. A questo si aggiunge il supporto agli altri partner colpiti dalla crisi, quindi Balcani Occidentali, Ucraina, Moldova e Georgia. Per L’Ucraina è in lavorazione il piano “RePowerUkraine”. Il vice commissario Frans Timmermans ha anticipato che il mese prossimo sarà presentato uno studio ad hoc.

L’emergenza

Mentre si parla del futuro, la Commissione continua a pensare anche all’eventualità di un’emergenza improvvisa. Al piano si affiancano misure di breve termine sul mercato dell’energia e, in caso di completa interruzione delle forniture di gas russo, arriva il tetto ai prezzi anche se la Commissione ha messo in guardia dagli effetti che questi avrebbero sui consumi e sul mercato.

 

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