Il destino delle auto made in italy

La gestione di Stellantis rischia di distruggere l’indotto di Melfi

Il gruppo festeggia coi conti e promette che non ci saranno tagli nello stabilimento, ma lamenta costi di produzione troppo alti. Il piano prevede di scaricare gli esuberi sui fornitori

  • Giovanni Chiarito potrebbe diventare una delle prime vittime del nuovo corso alla Fiat. È un dipendente della Sgl, società con quasi 200 addetti che lavora per lo stabilimento Stellantis di Melfi.
  • «Ci occupiamo della logistica – spiega – e se Stellantis dovesse decidere di affidare ai propri dipendenti l’attività di logistica, la mia azienda chiuderebbe perché non ha altri clienti. Siamo molto preoccupati».
  • Nata tre mesi fa dalla fusione tra Peugeot-Citroen-Opel (Psa) e Fiat-Chrysler (Fca), Stellantis ha dispiegato le vele nell’entusiasmo generale. Ma la navigazione si è subito fatta difficile.

Giovanni Chiarito potrebbe diventare una delle prime vittime del nuovo corso alla Fiat. È un dipendente della Sgl, società con quasi 200 addetti che lavora per lo stabilimento Stellantis di Melfi. «Ci occupiamo della logistica» spiega, «in pratica andiamo a prendere i componenti presso i fornitori e li portiamo in fabbrica, fino alle linee di montaggio delle vetture. Se Stellantis dovesse decidere di affidare ai propri dipendenti l’attività di logistica, la mia azienda chiuderebbe perché non ha

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