La gara verso la transizione energetica e la liberazione dal gas russo è una corsa contro il tempo che si svolge anche sotto il mare. E che presenta sfide gigantesche, soprattutto per un paese, come l’Italia, circondato da acque profonde.

Nei giorni scorsi, il 12 ottobre, il ministero della Transizione ecologica ha avviato formalmente il procedimento autorizzativo del ramo ovest del «Tyrrhenian Link», un cavo sottomarino che collegherà la Sardegna con la Sicilia. Una settimana prima lo stesso ministero aveva dato il suo via libera definitivo alla costruzione del tratto est, che collega Sicilia e Campania. Autorizzazione arrivata in tempi record, come ha riconosciuto Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale e che sta realizzando questa nuova infrastruttura.

Il Tyrrhenian Link è un’opera eccezionale non tanto per la lunghezza (970 chilometri in due tratte sott’acqua e 60 chilometri di collegamenti terrestri), quanto per la profondità: per la prima volta al mondo un cavo elettrico verrà posato a 2mila metri sotto la superficie del mare, con punte fino a 2.150 metri.

Nel 2025 collegate Sicilia Campania

Il progetto prevede la realizzazione di due linee elettriche sottomarine da mille megawatt ciascuna in corrente continua con un investimento da parte di Terna di circa 3,7 miliardi di euro e il coinvolgimento di oltre duecento imprese: una linea collegherà Terra Mala in provincia di Cagliari con Fiumetorto nei pressi di Termini Imerese (Palermo) e l’altra unirà Fiumetorto con Torre Tuscia Magazzeno in provincia di Salerno, passando a sud delle isole Eolie e costeggiando la Calabria. L’opera completa sarà a regime nel 2028, ma il cavo tra Sicilia e Campania sarà operativo già a partire dalla fine del 2025.

La nuova infrastruttura, sottolinea Terna «consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili, che sono in costante aumento. Inoltre, il Tyrrhenian Link avrà un ruolo decisivo nel miglioramento dell’affidabilità della rete e dell’intero sistema elettrico contribuendo alla sua sicurezza e adeguatezza». Per Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna il nuovo collegamento è «un’opera fondamentale per il sistema elettrico del nostro paese».

Il cavo elettrico sottomarino è diventato uno dei protagonisti della transizione energetica a livello globale per una ragione molto semplice: le nuove energie rinnovabili hanno come fonti principali i parchi eolici e i grandi campi fotovoltaici che di solito sono lontani dalle aree industriali e delle metropoli, a differenza delle centrali termoelettriche.

In Italia il sole e il vento sono nel mezzogiorno, le industrie nel settentrione. In Germania il vento è nel mare del Nord e le aziende sono nella Bassa Sassonia, nel Baden-Württemberg, nella Baviera, nella Ruhr. Il cavo sottomarino rappresenta la soluzione migliore per trasportare l’elettricità dove serve. Come spiegato da Terna, rispetto alla scelta di potenziare le linee elettriche aeree esistenti o di realizzarne di nuove, spesso la soluzione della trasmissione in cavo risulta preferibile o alle volte obbligata. In generale i cavi sottomarini rappresentano la scelta migliore sia dal lato tecnico sia da quello ambientale: aumenta così infatti la capacità di scambio tra zone diverse, diminuendo l'impatto delle linee sull'ambiente e il territorio.

In tutto il mondo si sono moltiplicati i progetti di parchi eolici in mare aperto. Considerando anche il Regno Unito, in Europa dovranno essere installati più di 130 gigawatt di eolico offshore al 2030. Mentre negli Stati Uniti il piano Biden prevede di avere, sempre entro la fine del decennio, 30 gigawatt di eolico marino. Di conseguenza si prevede che il mercato dei cavi sottomarini esploda dagli attuali tre miliardi di euro di fatturato medio annuo a circa otto miliardi nel 2030. L’infrastruttura di rete è diventata così strategica per trasportare l’energia rinnovabile da dove viene prodotta fino alle aree di consumo.

Un caso emblematico è quello della Germania che ha realizzato decine di parchi eolici nel mare del Nord, alcuni ad oltre cento chilometri dalla costa. Per far arrivare l’elettricità nella Ruhr e nel cuore industriale del Paese sono necessari centinaia di chilometri di cavi sia sotto il mare, sia a terra: sono i cosiddetti German corridor, linee di trasmissione di potenza fino a quattro gigawatt ciascuna, realizzate dalla società italiana Prysmian che si è aggiudicata anche un contratto quadro per la fornitura e la posa in opera dei cavi sottomarini e terrestri relativi del Tyrrhenian Link in Italia.

A livello mondiale sono una trentina i campi eolici marini in fase di avvio, davanti alle coste della Germania, del Regno Unito, della Francia, degli Stati Uniti. Secondo le stime di Goldman Sachs la potenza installata delle wind farm offshore dovrebbe passare dagli attuali 27 gigawatt a ben 207 gigawatt entro il 2030.

Cavi contro le emissioni

Giandotti Uff Stampa / AGF

Ma oltre a collegare le aree dove si produce l’energia verde con le zone di consumo, i cavi sottomarini servono anche ad aumentare l’interconnessione di sistemi elettrici sia nazionali, sia internazionali. Questi collegamenti permettono di sfruttare meglio le energie rinnovabili e di mettere fuori mercato le centrali più inquinanti, abbattendo le emissioni di anidride carbonica.

Sempre nel mare del Nord, tra Danimarca e Regno Unito, una delle quattro navi della Prysmian, la Leonardo da Vinci, la più grande del mondo, sta posando il cavo elettrico sottomarino più lungo del pianeta: il Viking Link che coprirà una distanza di 700 chilometri.

Nel 2021 sono finiti i lavori per il collegamento elettrico tra Norvegia e Regno Unito. Altre interconnessioni sottomarine sono previste tra Australia e Singapore, tra Grecia e Israele, tra Irlanda e Francia, tra Marocco e Inghilterra. Il piano RepowerEu parla di 29 miliardi di euro di investimenti sulle reti per supportare la transizione energetica e garantire l’autonomia strategica del continente.

Il settore dei cavi sottomarini è dominato dall’italiana Prysmian seguita dalla francese Nexans, dalla danese Nkt e poi da alcune aziende giapponesi e cinesi. Mentre Terna a oggi detiene, come operatore di trasmissione dell’energia elettrica, il record assoluto di profondità con il Sa.Pe.I: il collegamento sottomarino più profondo al mondo, posato fino a 1.640 metri sotto il livello del mare, unisce la Sardegna e il Lazio ed è stato realizzato nel 2011. Mentre quello che collega l’Italia al Montenegro, 423 chilometri, è stato fino allo scorso anno il più lungo del globo.

La ragnatela di cavi sottomarini insomma si amplia sempre di più e fornisce a suo modo un contributo alla sfida contro la dipendenza dal gas russo.

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