Una joint venture italo-turca tra Leonardo e il gruppo Baykar per aumentare significativamente le capacità di produzione di droni europea. È la risposta dell’industria alla politica, dopo che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha proposto un piano da 800 miliardi di euro a sostegno della difesa dell’Ue. «Oggi è un giorno molto importante», esordisce così l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, nella sede della sala stampa esteri a Roma.

«Abbiamo finalizzato un accordo con i colleghi di Baykar». Vale a dire, con la firma del protocollo d’intesa, il primo passo per creare «una nuova alleanza internazionale che permette un salto in avanti significativo nel campo dei sistemi unmanned (ovvero droni, ndr) aprendo nuove opportunità di mercato, soprattutto in Europa».

Sinergie fra paesi

Mettendo insieme sinergie e complementarità industriali nelle tecnologie a guida automatica, le due aziende contano di poter far fronte a ogni esigenza e missione a livello italiano ed europeo. In risposta anche a una domanda enorme che i due gruppi contano di contribuire a coprire nei prossimi decenni, anche con la creazione di nuovi posti di lavoro. «Credo», dice Cingolani, «che dovremmo cominciare a pensare in termini di continente e non di stati membri, nessuno vuole vedere un’Europa irrilevante o schiacciata tra continenti più grossi in termini di capacità».

È importante, sostiene, l’ad di Leonardo, che le aziende si mostrino pronte a lavorare insieme, andando oltre le fratture politiche tra i 27 paesi dell’Ue. Perché, continua, mettersi insieme non è solo politica, «mettersi insieme è industria, condividere tecnologie, condividere investimenti, evitare duplicazioni, avere una visione chiara. Nessuno dovrebbe perdere in termini di economia, ma se creiamo una sinergia dovremmo essere pronti a perdere forse una frazione del nostro mercato interno perché possiamo accedere a una frazione di un mercato globale». Consapevole però che è complicato portare tutti gli Stati membri dell’UE a un accordo sulle partnership di difesa: «È complicato perché siamo concorrenti, ma è ora o mai più». L’accordo è il risultato «di cinque mesi di lavoro intenso» in un’Europa che soffre un gap nelle tecnologie senza pilota, mentre in un periodo complicato come quello che stiamo vivendo, sostiene il ceo di Leonardo, i droni sono fondamentali per garantire la sicurezza globale.

Con il presidente del gruppo turco Baykar, Selçuk Bayraktar, genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Cingolani disegna un progetto articolato per un mercato globale. «Un’opportunità per costruire la supremazia aerea», nelle parole del partner turco.

Qualcosa di più nella visione lungimirante e politica di Cingolani. Che parla di global security rimarcando la differenza con difesa: «L’interoperabilità è la via per perseguire, nel futuro, non la difesa ma la sicurezza globale perché, insisto, il futuro non è semplicemente difesa, il futuro è sicurezza globale che significa monitoraggio, previsione, predizione, osservazione, monitoraggio delle infrastrutture. La sicurezza passerà attraverso la sicurezza energetica a molti altri capitoli che non sono convenzionalmente nella difesa, ma i droni possono aiutare a monitorare e mantenere il controllo».

I due gruppi stimano che il mercato europeo dei sistemi aerei senza pilota – che comprende caccia senza pilota, droni da sorveglianza armati e droni da attacco in profondità – avrà un valore di 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.

Bayktar, l’azienda turca che a dicembre si è aggiudicata la gara per l’acquisizione di Piaggio Aerospace e ha avviato la produzione industriale dei velivoli da combattimento senza pilota Kizilelma, è uno dei leader mondiali nella produzione di droni abilitati dall’intelligenza artificiale.

Produzioni italiane

I siti di Leonardo impegnati nelle attività sviluppate dalla joint venture saranno quelli di Ronchi dei Legionari, centro specialistico nel settore unmanned, Torino per gli aspetti legati alla produzione, Roma Tiburtina, per lo sviluppo delle tecnologie integrate multi-dominio, e Nerviano per l’offerta di soluzioni congiunte per il settore spazio. «L’industria della difesa sta attraversando sfide inedite come i sistemi senza pilota, l’intelligenza artificiale, il fighter di sesta generazione, la cybersecurity e lo spazio – conclude Cingolani – in questo scenario, siamo convinti che la cooperazione tecnologica sia necessaria e urgente per accelerare il progresso e garantire la sicurezza globale. La pace ha un prezzo, non è gratis, e deve essere difesa».

Inoltre Leonardo insieme alla britannica BAE Systems e alla giapponese JAIEC lavora allo sviluppo di un jet da combattimento di nuova generazione nell’ambito del programma per la difesa Global Combat Air Programme (GCAP).

Su questo Cingolani ha detto che è «troppo presto» per porsi come obiettivo anche un coinvolgimento della jv italo-turca nel GCAP che avrà il suo fulcro su un caccia di sesta generazione ed uno sciame di droni. Sarà comunque «una opportunità» che potrebbe presentarsi in futuro.

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