I tassisti annunciano lo sciopero il 5 e 6 luglio e in Parlamento c’è chi prova già ad accontentarli, da destra a sinistra, dando risposta alla loro richiesta che è semplice: lasciare tutto com’è. Nessuna liberalizzazione, né tantomeno l’equiparazione con le auto a noleggio con conducenti (ncc).

Tra i 418 emendamenti depositati in commissione Attività produttive, commercio e turismo alla Camera, al disegno di legge Concorrenza, in tanti hanno chiesto lo stralcio dell’articolo 10. L'oggetto delle proteste dei lavoratori del settore relativo alla «delega al Governo in materia di trasporto pubblico non di linea», che ha messo insieme centrodestra, Pd fino a Stefano Fassina di Leu. Tutti, o quasi, a braccetto sul fronte caldo dello stop alla liberalizzazione dei taxi, nell’eterna diatriba con gli ncc e sull’ormai annosa regolamentazione delle piattaforme digitali, su tutte Uber.

Non sorprende che la Lega, con Edoardo Rixi primo firmatario insieme a vari colleghi si oppongano a una maggiore concorrenza nel comparto: il partito di Matteo Salvini è da sempre uno scudo dei tassisti nelle Aule parlamentari, così come Fratelli d’Italia, che ha depositato un emendamento soppressivo con Fabio Rampelli in prima linea.

L’emendamento dem

Desta un po’ di stupore, invece, che il Pd si proponga il medesimo obiettivo: cancellare la norma del disegno di legge. L’emendamento soppressivo è stato sottoscritto da due profili non proprio secondari come Davide Gariglio, capogruppo dem in commissione Trasporti a Montecitorio, e Umberto Del Basso De Caro, ex sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Per Gariglio, comunque, la sorpresa è relativa: la sua vicinanza alla categoria delle auto bianche è testimoniata dalle varie dichiarazioni rilasciate nel tempo. Già nel novembre dello scorso anno, per esempio, chiedeva maggiore sostegno al comparto, reduce dalle pesanti perdite a causa della pandemia, e la contestuale convocazione al Ministero per discutere proprio del ddl Concorrenza.

La svolta di De Caro

Diverso il discorso su Del Basso De Caro. Quando era sottosegretario al Mit, prima nel governo Renzi e poi in quello Gentiloni, aveva mostrato un’apertura rispetto a chi chiedeva un allargamento del mercato, difendendo gli ncc per cui chiedeva il «superamento degli ostacoli non giustificati». Quella sorta di equiparazione, tanto invisa ai tassisti. Da quella presa di posizione sono trascorsi sette anni e l’orientamento del deputato campano è evidentemente cambiato. Ora è disposto ad assecondare le richieste della lobby che prima lo aveva indicato come una sorta di nemico.

Ma nel fascicolo delle proposte di modifiche alla Camera ce ne sono anche altre, firmate da parlamentari del Pd. Non c’è l’intento di cancellare la norma, ma comunque di porre un freno alla delega data al governo.

No alla Bolkestein

La deputata Enza Bruno Bossio, che da anni si batte per gli ncc, ha presentato un emendamento con una specifica richiesta: il settore del trasporto pubblico non di linea deve continuare a essere escluso dall’ambito di applicazione della direttiva Bolkestein, quella che viene per esempio applicata ai balneari. E ancora, secondo la proposta di Bruno Bossio, il governo dovrebbe essere chiamato ad adottare il dpcm di regolamentazione delle piattaforme digitali di intermediazione dei servizi di taxi e ncc. Spetterebbe, insomma, a Palazzo Chigi decidere la presenza di Uber sul mercato. Pur sempre nell’ottica di evitare la «liberalizzazione selvaggia», denunciata dai tassisti. Dalla galassia del Pd ci sono altre proposte che smussano gli angoli alla liberalizzazione, accentrando il sistema.

L’altro deputato Andrea Casu ha firmato un emendamento che prevede, con uno stanziamento di un milione di euro per il 2022 e di 2 milioni di euro a regime, la realizzazione di una «piattaforma tecnologica unica nazionale per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti».

Verso lo sciopero

Così, mentre alla Camera riprende tra mille ostacoli il percorso del disegno di legge, fuori dai Palazzi c’è chi annuncia battaglia. Il tavolo convocato dal Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili non ha sortito effetti, come già previsto. La conseguenza è stata l’annuncio dello sciopero.

Nell’attesa di nuovi incontri al Mims per scongiurare la protesta, da Fratelli d’Italia si annuncia un passo in avanti nel sostegno alla categoria. Nella giornata di ieri hanno incontrato i rappresentati sindacali dei tassisti. Con parole d’ordine perentorie: «Torniamo a chiedere al governo di stralciare una norma che aprirebbe le porte alla concorrenza sleale delle piattaforme tecnologiche multinazionali».

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