«Siamo un grande motore per lo sviluppo», ha dichiarato di recente Gianfranco Battisti, amministratore delegato Fs, le Ferrovie italiane. In realtà Fs controlla le due più grandi stazioni appaltanti del paese, Rfi-Rete ferroviaria italiana e Anas (le strade) che dovrebbero trascinare l'economia con mille cantieri facendosi poi trovare pronte per aprirne altri mille con i finanziamenti del Recovery fund.

Ma soprattutto Rfi sembra procedere con il motore imballato, costretta a guardarsi l’ombelico dei propri guai, imbozzolata di fatto in quel girone della diffusa incapacità di spesa che secondo il Dipartimento della coesione territoriale di palazzo Chigi tiene fermi 120 miliardi di euro. Rfi è bloccata da 6 mesi.

A metà maggio sono scaduti il consiglio di amministrazione e l'amministratore delegato, Maurizio Gentile, e da allora è tutto bloccato, comprese le società controllate tra cui spiccano le 13 Grandi stazioni, cioè i grandi e intasati nodi del traffico (la parte commerciale degli scali è in mano ai privati).

Con il cda scaduto a rigore di codice civile Rfi non può fare molto di più rispetto alla gestione ordinaria, di certo non può avventurarsi in investimenti in autofinanziamento di cui ci sarebbe bisogno. Vanno avanti gli interventi già avviati che non sono poco, ma che forse avrebbero bisogno di un passo diverso in questa fase.

Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore i cantieri attivi in tutto il paese sono 1.800, più le decine definiti dalle Fs «silenti» e dedicati soprattutto alla manutenzione. Gli interventi veramente di peso dal punto di vista dell’impegno finanziario e tecnico si contano sulle dita di una mano. L'investimento più massiccio è previsto nella Sicilia dell'attivissimo viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri (5 Stelle).

Qui le Ferrovie stanno impegnando 9,3 miliardi di euro tra il 2023 e il 2028 per il potenziamento della linea Palermo-Catania-Messina. A lavori ultimati tra Messina e Palermo ci vorranno in treno 45 minuti invece dei 70 attuali, oltre 2 miliardi e mezzo di spesa per ogni minuto risparmiato. L'altro grande impegno ferroviario è per la linea di Alta velocità Napoli-Bari: 7,7 miliardi di euro per un collegamento la cui utilità è parecchio incerta. Poi il Terzo Valico di Giovi, 53 chilometri di nuova ferrovia sulla tratta Milano-Genova: altri 6 miliardi e 800 milioni di euro.

Scontro sulle nomine

La sostituzione di Gentile è diventata uno degli episodi più incerti del braccio di ferro sulle nomine ingaggiato da mesi all'interno del governo tra 5 Stelle e Pd. Per Rfi e Trenitalia, l'altra controllata Fs con l'amministratore Orazio Iacono scaduto, il Pd con la mediazione del deputato Alberto Losacco puntava sulle cariche dei presidenti, mentre i 5 Stelle avevano optato per gli amministratori delegati. La scelta grillina si era indirizzata su due manager interni: Fabrizio Favara, direttore della pianificazione a era stato affidato il compito di preparare l'ingresso di Fs in Alitalia spinto dai 5 Stelle, anche se con risultati nulli.

L'altro candidato era Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs, appassionato di locomotori, in particolare a vapore. Almeno per il momento, però, lo schema spartitorio non è andato a buon fine, le caselle ferroviarie restano vuote, anzi, occupate pro tempore dai amministratori in prorogatio.

Dai palazzi di governo è stata fatta filtrare voce che Gentile sarebbe stato un ottimo commissario per l'utilizzo dei soldi del Recovery fund per la parte infrastrutture ferroviarie, ma anche questa nomina fino a ora non ha superato il livello dell’annuncio. Gentile è già commissario per le ferrovie Napoli-Bari e Catania-Messina-Palermo ed è stato nominato a mezzo stampa, se così si può dire, pure commissario per la messa in sicurezza dell'autostrada Roma-L'Aquila-Pescara (gruppo Toto) e per la costruzione dell'autostrada Roma-Latina (1 miliardo mezzo di euro).

Su Gentile pesano due guai giudiziari seri: gli incidenti ferroviari di Pioltello (25 gennaio 2018, 3 morti e 46 feriti) e Lodi (6 febbraio 2020, 2 morti e 31 feriti). La posizione di Gentile appare grave in particolare per l'incidente di Pioltello che dal punto di vista delle responsabilità giudiziarie somiglia molto a quello di Viareggio (29 giugno 2009, 32 morti e 25 feriti) per il quale l'ex amministratore Fs Mauro Moretti è stato condannato in secondo grado a 7 anni. Il 2 dicembre è fissata la pronuncia della Cassazione.

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