Il capo del governo tedesco conferma la linea di ferma contrarietà alla scalata ostile di Unicredit all’istituto di Francoforte. Un’altra tegola sull’ambizioso ad
Una proposta «inaccettabile». Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha preso posizione in maniera decisa contro le ambizioni di Unicredit nella campagna di Germania per l’acquisizione di Commerzbank. Il cancelliere ha condiviso la sua linea in una lettera indirizzata al presidente del consiglio aziendale della banca che Sascha Uebel ha condiviso sul suo profilo Linkedin. Il governo federale conta su una Commerzbank «forte e indipendente» e fa sapere di prendere, insieme al resto del suo governo, «molto seriamente» i timori sulla sua indipendenza. Merz sostiene la posizione del ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, «secondo cui un approccio non coordinato e ostile come quello del gruppo Unicredit è inaccettabile».
La posizione del governo tedesco, che è primo azionista dell’istituto con una partecipazione del 12 per cento, non cambia. Vero è che l’ad Andrea Orcel, consapevole delle resistenze, nei giorni scorsi aveva spiegato come Unicredit possa permettersi di essere paziente e aspettare anche fino al 2027 con la sua partecipazione di poco più del 28 per cento, autorizzata dalla Bce e anche dalla Consob tedesca. Ma ora la strada si fa ancora più in salita.
Per Uebel, quella di Merz è una conferma della linea che la governance di Francoforte difende da tempo. «Il posizionamento del governo federale ci copre le spalle e rafforza la nostra convinzione nella battaglia contro la scalata ostile di Unicredit e nello sforzo di mantenere la nostra banca un istituto privato performante, autonomo e tedesco», ha scritto nel commento alla lettera.
Le reazioni
Unicredit, dal canto suo, resta alla finestra. La notizia impatta direttamente sulla performance della banca a Piazza Affari, dove il titolo ha chiuso in netto calo (-2,6 per cento), mentre Commerz a Francoforte è rimasta praticamente in parità. I fronti aperti per Orcel iniziano a essere tanti, con nessuna svolta in vista a breve. È di appena qualche giorno fa la lettera del ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti che spiegava le ragioni dell’applicazione del golden power nella scalata a Banco Bpm: nel testo vengono elencate una serie di condizioni difficilmente praticabili per sbloccare la situazione. Sembra sia servito a poco il ramoscello d’ulivo offerto da Orcel, che la settimana scorsa ha rinunciato alla sospensiva del golden power davanti al Tar, limitandosi ad aspettare il giudizio nel merito. Il governo non appare per il momento disposto a riaprire la trattativa. E ora l’attenzione è tutta per l’appuntamento del prossimo lunedì, quando l’assemblea di Mediobanca deciderà se dare seguito alla proposta dell’ad Alberto Nagel di liberarsi della partecipazione in Generali per disinnescare le ambizioni di scalata di Mps.
Parallelamente, nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche il pronunciamento del Tar sul ricorso di Banco Bpm contro la proroga dell’ops di Unicredit concessa dalla Consob di Paolo Savona: se il tribunale dovesse dare ragione alla banca, che può godere della “protezione” del ministro Giorgetti, la decisione provocherebbe altri mal di pancia dalle parti di Orcel.
Intanto Commerz, istituto salvato durante la crisi finanziaria dal governo tedesco, nel primo trimestre ha fatto registrare utili record: l’utile netto è stato di 834 milioni di euro, il miglior risultato dal 2011. Numeri che non sono passati inosservati a Berlino. «Il risultato felice della Commerzbank del primo trimestre 2025 è prova dello sviluppo riuscito della banca» ha scritto il cancelliere nella lettera, ricordando che l’istituto «è una delle banche principali per il finanziamento delle attività economiche dentro e fuori i confini della classe media tedesca».
Ma, nonostante la tutela dei posti di lavoro tedeschi sia una delle priorità che vengono spesso citate Oltralpe per argomentare a favore della difesa dell’indipendenza della banca, la governance ha concordato con il sindacato un taglio di ben 3.900 dipendenti entro il 2028, di cui 3.000 in Germania. Ai tedeschi è rimasto però ben in mente il destino della Hypovereinsbank, acquisita nel 2005 sempre da Unicredit al prezzo di tagli non trascurabili: resta poi il fatto che Merz, che ha vinto le elezioni proponendosi come colui che riporterà l’economia tedesca in bolla, non può iniziare il suo mandato consegnando senza lottare agli italiani una cassaforte di grande rilevanza come Commerz.
Promessa mantenuta, almeno per il momento e sempre che il mercato non decida altrimenti. Una linea che non è mai cambiata, come il cancelliere ha fatto notare anche a metà maggio, quando ha incontrato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che a questo punto vede impallidire la speranza che Orcel possa sfogare le sue ambizioni di conquista su un istituto che non sia il Banco Bpm. Tanto caro ai leghisti.
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