Il primo cittadino di Lecce Carlo Salvemini voleva mettere a gara le concessioni balneari, come chiede l’Europa
Si è ritrovato solo, abbandonato dal Pd e bloccato dalla legge. Ora si appella al Consiglio di stato
- Il primo cittadino di Lecce Carlo Salvemini ha promesso in campagna elettorale di mettere a gara le concessioni balneari, come chiede l’Europa, per diversificare l’uso del litorale, garantendo protezione ambientale, spiagge pubbliche attrezzate, nuove tipologie di turismo.
- «Ho rivendicato il fatto che se rappresento uno schieramento politico diverso dalla Lega, posso esprimere un punto di vista diverso dalla Lega», dice Salvemini.
- Eppure si è ritrovato solo, abbandonato dal Pd che con il ministro Franceschini non ha voluto toccare la materia, e bloccato dalla legge. Ora si appella al Consiglio di stato, l’ultima spiaggia per mantenere la sua promessa.
Ci sono i lecci a fare da cornice, parchi naturali con fiumi di acqua dolce e paludi protette, rifugi per gli uccelli lungo i loro corridoi migratori. E poi spiagge bianche dal fondale sabbioso, buone per le immersioni e capaci di nascondere reperti archeologici; e c’è anche il vento che attira sportivi e surfisti in cerca dell’onda. A pochi chilometri dal centro di Lecce, si stende un litorale di venticinque chilometri, quattro a rischio erosione, punteggiati – tra aree storiche e naturalisti



