È finita l’era di Domenico Arcuri a capo di Invitalia, l’agenzia degli investimenti e dello sviluppo in particolare destinati al Mezzogiorno, che l'ex super commissario per la crisi pandemica ha guidato dal 2007, quindici anni in cui di sviluppo del Mezzogiorno si è visto poco.

Al suo posto viene promosso sul campo Bernardo Mattarella, amministratore delegato del Medio credito centrale, oltre che nipote del presidente della Repubblica Sergio, che ha avviato con il salvataggio a spese dei contribuenti della Banca Popolare di Bari, il progetto della Banca del Mezzogiorno, particolarmente caro alla Banca d’Italia che vede nella debolezza del credito al sud uno dei maggiori problemi che le sono rimasti da gestire.

Il ministro Giancarlo Giorgetti con cui le nomine dovevano essere concordate, considerando che Invitalia è una società in house del ministero dello sviluppo economico, ha ottenuto che la presidenza fosse affidata a Rocco Sabelli che, oltre a non aver fatto resuscitare Alitalia con il progetto Fenice, era stato scelto da Giorgetti per la presidenza della società Sport e Salute e che aveva lasciato l’incarico quando il ministro Vincenzo Spadafora aveva modificato lo statuto della società.

Così considerando il ruolo di tutto fare che il governo Conte aveva affidato ad Arcuri, nelle ore di tensione con il Movimento cinque stelle il governo Draghi silura un uomo vicino ai cinque stelle e ne nomina un altro che coi cinque stelle aveva strappato platealmente.

«Siamo stati straordinari»

Sulla dipartita di Arcuri c’erano poco dubbi. Al di là degli indimenticati banchi a rotelle o delle subito dimenticate primule, l’ex super commissario si è bruciato, come capita a tanti, per via delle sue ambizioni che puntavano dritte sulla Cassa depositi e prestiti. Quando in mezzo alla pandemia il governo Conte lo ha scelto come front man della crisi e quindi anche signor Malaussène pronto a prendersi la responsabilità, lui invece che scegliere il basso profilo ha scelto il profilo straripante: «Siamo stati straordinari», è stato il suo bilancio finale della sua gestione.

La sera che è stato nominato per decreto a capo della “struttura” contro la pandemia, la struttura praticamente non esisteva era di fatto Invitalia stessa.

Oggi Arcuri è indagato dalla procura di Roma nell’ambito di una inchiesta per traffico di influenze sull’acquisto per il valore di 1,2 miliardi di mascherine irregolari assieme all’ex giornalista Rai Mario Benotti e del manager Vincenzo Andrea Tommasi. Tutto fermo, dicono i suoi legali, alla conclusione delle indagini preliminari.

Arcuri rischia il processo 

Ma al di là dell’indagine, quello che è emerso è la sua familiarità con un certo modo di arrangiare le cose molto romano e che di certo poco apprezzato dal nuovo governo. Anche perché, nel frattempo, i bilanci e le missioni di Invitalia si sono ampliate e l’agenzia è coinvolta nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

I nuovi ruoli di Invitalia

In particolare, dall’ottobre 2020, sono stati ampliati per decreto i margini per le operazioni finanziarie e le partecipazioni strategiche. Al momento l’agenzia gestisce il fondo Cresci Sud, quello dedicato ad entrare nel patrimonio delle piccole e medie imprese, e un fondo rafforzato per gli investimenti nelle aree di crisi. Invitalia ne ha in gestione diverse da Bagnoli ai recenti salvataggi nel settore della moda.

La controllata Mediocredito centrale da cui arriva il nuovo amministratore delegato ha ottenuto l’incremento della dotazione del Fondo per la crescita sostenibile destinato alla riqualificazione delle aree di crisi industriale, che solo per quest’anno vale 100 milioni di euro per l’anno 2022, gestisce i fondi per le imprese del turismo e pure quelli per le strutture ricettive delle imprese agricole (solo per queste ci sono 30 milioni quest’anno). Poi ci sono i contratti di sviluppo, anche qui da milioni di euro, per le regioni colpite dal sisma di sei anni fa. Invitalia gestisce anche le emergenze logistiche legate agli arrivi dei migranti e soprattutto ora distribuisce i finanziamenti del Pnrr per gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e dall’autunno 2021 ha anche firmato un contratto con l’associazione nazionale comuni, che la rende partner degli enti locali per i progetti del recovery plan. 

Le partecipate in rosso

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Il nuovo amministratore delegato si troverà a gestire la galassi a dir poco frastagliati di finanziamenti, incarichi e pure a mettere ordine nell’assetto societario. Invitalia partecipazioni, la società che gestisce le partecipate da dismettere ha chiuso il bilancio 2020 – quello 2021 deve essere ancora presentato – in perdita. Invitalia Global Investment, nata per investimenti all’estero in zone a rischio, secondo la Corte dei conti non ha mai praticamente avviato l’attività. Anche per Italia Turismo, società che ha in mano una serie di resort e strutture ricettive ci sono perdite oltre i 2 milioni di euro. Ma è probabilmente l’operazione ex Ilva quella che rappresenta il maggiore stallo dell’ultimo periodo di Invitalia, che con Banca popolare di Bari e

Entrata con il 38 per cento del capitale nella nuova società Acciaierie di Italia, con l’idea di diventare socio di maggioranza al posto di Mittal per realizzare i progetti di riconversione dell’impianto di Taranto, al momento Invitalia si trova a dover attendere che i tribunali sblocchino il sequestro degli impianti che ormai va avanti dal 2012: il contratto con Mittal è stato prorogato di altri due anni, se la società dello stato diventerà primo azionista si vedrà nel 2024.

Intanto la produzione negli ultimi sei mesi si è attestata in media a 1,6 milioni di tonnellate, meno di un terzo dell’obiettivo previsto per quest’anno, gli incidenti proseguono, ci sono 2600 dipendenti in cassa integrazione e un accordo con l’azienda sugli esuberi non è stato approvato. All’ultimo incontro del 23 giugno al Mise Franco Bernabé e Lucia Morselli, hanno spiegato di avere problemi nell’acquisto di materie prime, e allo stesso tempo continuano a promettere il passaggio al forno elettrico. Arcuri una volta sempre al centro dei riflettori era già defilato, ma andato via lui, le crisi da gestire restano. 

 

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