Domani mattina è attesa la riunione con i quattro ministri maggiormente coinvolti nella stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza: Daniele Franco, ministro dell’Economia,Enrico Giovannini, responsabile delle Infrastrutture, Vittorio Colao della Transizione digitale, Roberto Cingolani, responsabile della Transizione ecologica . Con loro si vedrà il premier Mario Draghi alla vigilia della presentazione della seconda stesura del Pnrr da approvare con tutta probabilità venerdì in consiglio dei ministri, a circa 48 ore dalla presentazione alla camera che inizierà lunedì alle 16  e che sarà seguita da un dibattito parlamentare.

Il 27 aprile dopo la replica del premier e a tre giorni dalla scadenza fissata per la ricezione del piano ci saranno le votazioni. Aleggia ancora l’incertezza sulla capacità dell’esecutivo di presentarlo completo entro i termini a Bruxelles. Domenica l’agenzia Reuters aveva spiegato come il governo stesse valutando di completarlo per la prima metà di maggio. Il motivo del possibile ritardo sarebbe soprattutto la parte relativa a governance monitoraggio.

Che l’ipotesi fosse realistica si è capito anche dal fatto che il portavoce della Commissione europea di fronte a chi gli chiedeva una risposta su un eventuale ritardo, ha dichiarato che l’importante è la qualità dei piani e se presentarli più tardi significa aumentare la qualità allora “non bisogna focalizzarsi sulla deadline”. Una volta Draghi ha aiutato l’Europa, ora è l’Europa può aiutare Draghi.

Secondo l’agenzia Bloomberg questi sarebbero i nuovi saldi del Recovery.

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 46,3 miliardi di euro

  • Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione 11,7 miliardi di euro
  • Digitalizzazione, Ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo: 26,5 miliardi di euro
  • Turismo e cultura: 8 miliardi di euro

Transizione verde: 69,8 miliardi

  • Aziende verdi e economia circolare: 7 miliardi di euro
  • Transizione energetica e mobilità locale sostenibile: 18,2 miliardi di euro
  • Efficienza energetica e ristrutturazione degli edifici: 29,5 miliardi di euro
  • Salvaguardia risorse naturali e idriche: 15 miliardi di euro

Infrastrutture per la mobilità sostenibile: 31,9 miliardi di euro

  • Ferrovie: 28,3 miliardi di euro
  • Porti: 3,6 miliardi di euro

Ricerca e educazione: 28,4 miliardi di euro

  • Aumentare l’accesso all’apprendimento e ridurre le disuguaglianze: 16,7 miliardi di euro
  • Incanalare la ricerca universitaria verso il mondo dell’impresa: 11,7 miliardi di euro

Inclusione sociale : 27,6 miliardi di euro

  • Politiche del lavoro: 12,6 miliardi di euro
  • Infrastrutture sociali, famiglie, terzo settore: 10,8 miliardi di euro
  • Coesione territoriale: 4,1 miliardi di euro

Sanità: 19,7 miliardi di euro

  • Telemedicina, miglioramento delle cure locali: 7,9 miliardi di euro
  • Modernizzazione: 11,8 miliardi di euro

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