L’anno prossimo ci saranno due festival dell’Economia in guerra fra loro, negli stessi giorni. Saranno da giovedì 2 giugno a domenica 5: uno a Torino, annunciato dall’editore Giuseppe Laterza a fine ottobre, e uno a Trento, con le date presentate oggi ufficialmente dalla provincia autonoma. Trento non cede dunque il passo all’avversario e mantiene le stesse date delle edizioni passate, così come aveva anticipato a ottobre (prima di Laterza). Lo fa dopo la contrastata vicenda che ha portato all’assegnazione della manifestazione al Gruppo 24 Ore dopo una lunga partnership tra lo stesso ente e i “cervelli” della manifestazione: l’editore Laterza, il direttore scientifico Tito Boeri e Innocenzo Cipolletta.

È uno scontro che sulla base delle future presenze (Covid permettendo, naturalmente) farà capire se sul campo resisteranno entrambi i contendenti. O se, invece, uno dei due dovrà prendere atto di un’offerta superiore alla domanda.

Tenere lo scoiattolo

(foto Domenico Salmaso)

Molto dipenderà anche dai temi: il primo Festival internazionale dell’economia di Torino verterà infatti su “Merito, diversità, giustizia sociale”, la diciassettesima edizione di quello trentino invece su “Dopo la pandemia, tra ordine e disordine”. Temi entrambi di strettissima attualità, su cui il pubblico dovrà dunque dividersi. E nelle prossime settimane sarà curioso conoscere anche i nomi dei relatori: cioè su chi punterà Torino e su chi invece Trento. E magari si assisterà a economisti, ministri, imprenditori e giornalisti che dovranno scegliere a chi “concedersi”, oppure in difficoltà nell’organizzare la propria agenda: sempre che dai due festival, informalmente, non vengano posti veti alla partecipazione all’iniziativa del concorrente.

Dalla nota diffusa oggi dalla provincia di Trento, si apprende che sull’ormai popolare logo dello scoiattolo (e dunque sul colore arancione che lo caratterizza) si continuerà a puntare. Il che a Giuseppe Laterza non farà senz’altro piacere, visto che quel logo e quel colore erano stati una sua idea. E si deve registrare anche la ricomposizione della frattura con l’Università e il comune di Trento, da sempre promotori del festival assieme alla provincia. La frattura si era creata dopo il discusso cambio di cavallo, da Laterza al Sole 24Ore: una scelta, quella della provincia, che non era stata condivisa con i partner, e che da questi era stata pesantemente criticata per quanto riguarda il metodo.

Trento si ricompatta

Ora invece la provincia governata dal leghista Maurizio Fugatti fa sapere che «l’università di Trento apporterà il proprio contributo con la partecipazione al comitato scientifico che avrà la responsabilità di indicare le linee guida del programma scientifico del festival».

Sempre l’università «offrirà inoltre un contributo logistico funzionale al festival, come la messa a disposizione di spazi dell’ateneo per l’organizzazione degli eventi, e contribuirà alle iniziative rivolte alla comunità studentesca». Infine, che «il comune di Trento condividerà proposte e contenuti del festival in una logica di coerenza con l’offerta culturale e turistica della città» e che «concorrerà inoltre al supporto organizzativo della manifestazione, mettendo a disposizione spazi urbani e istituzionali».

Da Trento si apprendono inoltre ufficialmente i nomi di chi comporrà il comitato scientifico dell’edizione 2022: presieduto dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, sarà inoltre composto da Gabriella Berloffa (ordinaria di economia politica all’università di Trento), Luigi Bonatti (ordinario di politica economica sempre a Trento), e dalla storica dell’economia Adriana Castagnoli, già docente di storia contemporanea all’università di Torino.

Ecco invece i membri dell’advisory board, che supporterà organizzatori e comitato scientifico nell’individuare i temi: la giornalista Lucia Annunziata, Emma Marcegaglia (presidente B20, già alla guida di Confindustria), Paolo Magri (vicepresidente esecutivo e direttore Ispi), Monica Mondardini (amministratore delegato Cir), l’economista Giulio Sapelli (consigliere della fondazione Eni Enrico Mattei) e l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti (presidente Aspen Institute Italia).

La scelta di Fugatti

Sono nomi, soprattutto quelli del board, che bene definiscono il “taglio” del festival trentino ora targato 24 Ore. E d’altra parte il confronto tra lo stesso titolo della prossima edizione e quello del nuovo festival internazionale di Torino, con l’accento sull’ordine post pandemia il primo e sulla giustizia sociale il secondo, chiariscono i due approcci diversi.

Tutto era peraltro chiaro fin dalla delibera provinciale dello scorso settembre, con cui Fugatti aveva sancito la scelta di chiudere con Laterza (e soprattutto con Boeri). Numerose erano state le occasioni in cui le forze di centrodestra che sostengono la giunta Fugatti, a partire ovviamente dalla Lega, in passato avevano preso il mira il direttore scientifico del festival.

Per la prima volta, dopo una lunga collaborazione, la provincia aveva quindi lanciato un concorso di idee a cui avevano preso parte entrambi i concorrenti, e le loro proposte di festival dell’economia erano passate al vaglio di una commissione di valutazione. Entrambe erano state giudicate idonee e a quella di Laterza era stato anche assegnato un punteggio maggiore rispetto a quella del 24 Ore: 89 a 84. Ma la scelta per il cambiamento era già stata fatta.

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