Vladimir Putin ha autorizzato, a sorpresa, la banca americana d’investimento Goldman Sachs a vendere le sue attività in Russia dopo una attesa durata tre anni dal momento in cui la decisione finanziaria di dismissione era stata presa: un chiaro segnale distensivo del Cremlino rivolto a Washington dopo le minacce di nuove sanzioni e dazi da parte dell’amministrazione Trump se non si dovesse arrivare in tempi rapidi al tavolo delle trattative per finire al più presto il conflitto ucraino.

Trump nel discorso a Davos ha anche chiesto all’Arabia Saudita di ridurre il prezzo del petrolio così da ridurre gli introiti alla Russia e così facendo tagliando gli incassi che consentono a Mosca di continuare il conflitto. Il ceo del colosso bancario Usa Goldman Sachs, David Solomon, non ha fatto mistero nei giorni scorsi del suo appoggio alla nuova amministrazione americana. «Per quanto riguarda Goldman Sachs, è chiaro che la nuova amministrazione porterà cambiamenti politici potenzialmente importanti per la nostra attività e per i nostri clienti», ha detto Solomon in un promemoria interno ai dipendenti che invitava anche all'unità dopo il risultato.

Il presidente russo ha autorizzato l'acquisto della sezione di Goldman Sachs in Russia da parte della società di investimento Balchug Capital. Una fonte ha confermato a Reuters che Goldman Sachs ha stipulato un accordo vincolante per la cessione della sua filiale russa, soggetto a varie condizioni ma senza dare informazioni sull’ammontare della cifra della cessione. Balchug Capital è un fondo di investimento armeno, l'anno scorso ha acquisito anche le attività russe del produttore di macchinari statunitense Caterpillar. Balchug Capital, fondata nel 2010 da David Amaryan, ha concluso almeno altri due grossi affari di aziende occidentali dell’immobiliare che volevano lasciare il mercato russo negli ultimi due anni.

Goldman Sachs era una delle banche occidentali più affermate in Russia dove era sbarcata 30 anni fa a Mosca, quando la Russia era in procinto di diventare l’ottavo membro del G7. Poi le cose sono andate diversamente. La banca statunitense è l'ennesima società occidentale ad abbandonare il Paese, dopo l'attacco all'Ucraina nel 2022. A dicembre 2024 Mosca ha firmato un decreto che ha permesso alla società francese Natixis di vendere la sua attività nel Paese. Mentre a gennaio l’olandese Ing ha accettato di vendere le sue attività in Russia a Global Development Jsc, con una perdita di 700 milioni di euro. Tra le poche banche occidentali rimaste, ci sono l’italiana Unicredit, l'austriaca Raiffeisen e l'ungherese Otp. Intesa Sanpaolo ha ricevuto il via libera da Putin per vendere le sue attività russe nel settembre 2023, ma non è ancora riuscita a farlo.

La banca statunitense aveva annunciato la sua intenzione di lasciare la Russia già a marzo 2022, pochi giorni dopo l'inizio dell'offensiva militare contro Kiev. Coinvolta nella crisi del debito russo del 1998, ha sempre avuto una forte presenza in Russia ed era stata ingaggiata dal Cremlino per attirare investitori stranieri nel Paese. La filiale russa di Goldman Sachs era considerata la 229esima per asset tra le banche russe secondo la piattaforma Bank.ru. La Ing era 66esima. Dal 2022 molte aziende occidentali hanno sospeso le loro attività in Russia, anche se poche hanno effettivamente venduto le loro proprietà nel Paese. A ottobre 2024 Mosca ha inasprito i criteri per la cessione di attività in Russia, per evitare la fuga di altre società.

Lo sconto sul prezzo di vendita rispetto al valore del bene è aumentato dal 50 al 60 per cento e l'imposta di uscita da versare al bilancio federale è stata aumentata al 35 per cento (rispetto al 15 per cento precedente). Infine, qualsiasi transazione di valore superiore a 50 miliardi di rubli (circa 480 milioni di euro al tasso attuale) deve essere approvata direttamente dal presidente Vladimir Putin.

Resta il fatto che il via libera alla vendita della filiale russa di Goldman Sachs è un forte segnale del Cremlino di avviare colloqui diretti sul futuro del conflitto in Ucraina. In questi giorni, infatti c’è stata una telefonata Trump-Putin per avviare immediatamente le trattative di pace in Ucraina, lasciando fuori dalla dall’intesa l’Europa. Proprio Mosca ha fatto sapere che ci sarà un corridoio di dialogo Usa-Russia per discutere anche della situazione di Kiev, senza coinvolgere per altro Zelensky. Kiev dovrebbe rinunciare all’ingresso nella Nato e se Zelensky dovesse respingere la proposta potrebbe essere convinto togliendogli le forniture di armi, che verrebbero incrementate se Putin non accettasse il negoziato.

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