la guerra del gas

Putin toglie il gas all’Europa per ottenere la fine delle sanzioni

In alto ci sono Vladimir Putin e Alexei Miller (ceo di Gazprom), in basso a destra Ddmitry Peskov (portavoce del Cremlino). In basso a sinistra, invece, Igor Sechin, ad di Rosneft.
In alto ci sono Vladimir Putin e Alexei Miller (ceo di Gazprom), in basso a destra Ddmitry Peskov (portavoce del Cremlino). In basso a sinistra, invece, Igor Sechin, ad di Rosneft.
  • Mosca chiude i rubinetti di Nord Stream per fare pressioni contro le sanzioni, i prezzi ricominciano a salire e ci guadagnano tutte le compagnie petrolifere. L’Italia attualmente riceve una piccola parte del metano richiesto a Mosca attraverso la rotta ucraina.
  • Il governo spinge per avere al più presto i rigassificatori per poter tagliare la dipendenza dalla Russia. Così come nel resto del mondo c’è la corsa al gas naturale liquefatto, per cui spinge anche Eni. In Italia la conferenza sul gas con le compagnie statunitensi e il ministro del Petrolio e delle risorse minerarie dell’Egitto.
  • La vera risposta al ricatto di Putin spiega Massimo Nicolazzi, esperto del settore, è un’altra: «Un piano di razionamenti e riduzione dei consumi». Un piano che il governo e l’Unione europea stanno faticando a emanare.

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