Cassa depositi e prestiti dovrebbe entrare nell’azionariato di Stellantis per riequilibrare il ruolo francese nella prima azienda “italiana” del settore automotive, la ecocompatibilità degli impianti di produzione di acciaio «dovrà» essere raggiunta «anche mediante l’impiego di tecniche per la cattura della CO2», la rete unica a controllo pubblico deve essere realizzata il più rapidamente possibile.

La relazione annuale del Copasir, il comitato parlamentare che vigila sulla sicurezza della Repubblica, è stata inviata ieri alle Camere ed è infarcita di veri e propri suggerimenti di politica industriale mescolati senza soluzioni di continuità ad osservazioni più puntuali, come le critiche all’utilizzo da parte del governo Conte, prima, e del governo Draghi, poi, di decreti per regolare i tempi dei mandati dei vertici degli apparati di sicurezza, materia delicatissima.

Da anni ormai il Comitato parlamentare che vigila sui servizi segreti è impegnato a spostare il focus della sua attività sulla intelligence economico-finanziaria: all’urgenza di avere una strategia complessiva di difesa e non solo di difesa sugli interessi nazionali, comprese strutture da mettere al servizio dei privati e non solo delle istituzioni pubbliche, il rapporto di quest’anno dedica uno dei capitoli più ampi. 

Il comitato cita diversi esempi di strutture che all’estero si occupano di intelligence economica, dal National economic council americano, «struttura gemella del National security council», alla Agence pour la diffusion de l'information technologique (Adit) francese, e poi il Giappone e la Svezia, di cui arriva a ripercorrere la storia economica dal 1600.

«In diversi Stati, mediante un’impostazione maggiormente dinamica e di sostegno, l’intelligence economica comprende anche la ricerca e l’elaborazione di notizie volte ad individuare nuove e migliori prospettive ed opportunità di crescita e sviluppo del proprio sistema economico-finanziario», si legge nella relazione. Un invito, insomma, a rafforzare le politiche economiche e industriali strategiche, in un paese che ha rinunciato da troppo tempo a politiche industriali anche solo di medio termine. Ma che è anche frutto di preoccupazioni precise: «Per proteggere o favorire i propri interessi economici anche il Paese tradizionalmente amico o alleato può trasformarsi in un pericoloso avversario», scrivono i membri del comitato in un riferimento alla Francia sulle cui presunte mire il Copasir si è più volte attivato negli ultimi mesi.

Il comitato parlamentare non a caso ricorda di non essere stato coinvolto, al contrario di quello che è successo con la sottoscrizione del Memorandum sulla Via della seta, nel caso del Trattato con la Francia, che è paese appunto alleato e membro Ue. Ma si spinge molto oltre, suggerendo interventi pubblici in grandi dossier industriali, ma persino che tecnologie usare per tutelare gli interessi delle nostre aziende – nel caso della cattura della CO2 come sappiamo il primo candidato è Eni, applicando una idea del proprio ruolo sull’intelligence economica quantomeno bizzarra.

I numeri dello screening

Di certo finora il comitato ha avuto un ruolo di stimolo per il governo nell’utilizzo del potere di Golden Power e di screening degli investimenti. La relazione riporta i dati fino a questo momento disponibili per il 2021, forniti dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Dalle 323 operazioni registrate nel 2020 con i dati parziali del 2021 siamo saliti a 465: 55 nei settori difesa e sicurezza, 16 nella tecnologia 5G, 394 negli altri comparti, dall'energia alla finanza. Il governo come noto ha bloccato l’acquisto da parte di una società cinese del 70 per cento della Lpe Spa, piccola azienda lombarda produttrice di chip. In più con la pandemia è stato esteso al 31 dicembre 2022 l’ obbligo di notifica dell’acquisto di partecipazioni.

Il Copasir, propone anche di regolare le fasi precedenti alle manifestazioni di interesse. Per esempio quella della due diligence, in cui con il possibile acquirente «molte delle informazioni sensibili e dei segreti industriali, se pur a fronte della sottoscrizione di accordi di confidenzialità, vengono già condivisi col soggetto straniero che ha manifestato interesse».

Infine, tra gli inviti più degni di nota c’è quello a monitorare la discussione in corso negli Stati Uniti per un allargamento dei Five Eyes, il patto che include Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, protagonista di tutti i grandi scandali di spionaggio statunitensi, compresi quelli a danno di altri paesi europei. «Esistono già ulteriori gradi di condivisione di informazioni e analisi, decrescenti all'aumentare dei partecipanti, come i Nine eyes e i Fourteen eyes, di cui l'Italia fa parte», ricorda il Copasir che si augura che un posto in prima fila tra le spie ci sia anche per noi.

 

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