- La crisi del trasporto aereo con migliaia di voli cancellati e bagagli persi è stata innescata dall’imprevidenza di compagnie e handler del nord Europa che nella fase acuta del covid hanno licenziato a mani basse
- Grazie alla cassa integrazione in Italia il sistema ha retto meglio, ma per effetto di un sistema a rete i disagi hanno contagiato presto anche gli scali nazionali. Il caso estremo dell’aeroporto Tessera di Venezia
- Si sta prosciugando il serbatoio di migliaia e migliaia di lavoratori precari e stagionali che fino a prima della pandemia erano l’esercito a buon mercato su cui si reggeva l’organizzazione del lavoro aeroportuale
Il più esplicito è stato Enrico Marchi, presidente dell’aeroporto Tessera di Venezia, uno che conosce meglio di molti altri il sistema degli scali italiani. Sbigottito e costernato, ha ammesso che una roba del genere non l’aveva mai vista. Poi entrando nei particolari ha raccontato quel che è documentato anche dalle foto delle aree aeroportuali lost and found veneziane, quelle che un tempo si sarebbero chiamate degli oggetti smarriti: stanzoni tristemente ricolmi di valigie e trolley ammassat



