Robert De Niro batte Gianni Bastianelli 950mila a due. Chi è Bastianelli e che c’entra con De Niro? Bastianelli è il direttore dell’Enit, l’ente pubblico del turismo che dovrebbe promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo cercando di convincere i turisti fuggiti per il Covid che tutto sta tornando quasi come prima e ci si può fidare. Il terreno su cui Bastianelli e De Niro si sono sfiorati è proprio il turismo post Covid. De Niro ha prestato la sua faccia per uno spot sulla ripresa del turismo elvetico: da casa sua negli Stati Uniti parla al telefono in bermuda con Roger Federer, il campione di tennis svizzero ripreso in una bellissima abitazione affacciata sulle cime alpine. Mentre scorrono panorami da cartolina, Federer cerca di convincere De Niro a girare uno spot, ma De Niro nicchia, scuote la testa, ripete che non c’è «drama» perché «Roger, la Svizzera è troppo perfetta». Federer fa finta di arrabbiarsi per il rifiuto, ma lo spot è già finito. Il primo giorno il video della coppia De Niro-Federer è subito diventato virale con quasi un milione di visualizzazioni (950mila per la precisione).

Direttore dj

Bastianelli ha invece pensato che il turismo italiano potesse essere rilanciato nel mondo con la radio. Non con una radio dall’audience sicura, ma con una radio nuova, fondata dal nulla, la Visit Italy Web Radio dell’Enit su cui egli si spende in prima persona come dj. La radio ha 28 sedi in ogni continente, è multilingua e ha l’obiettivo di «rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo, di farla conoscere attraverso la musica, con programmi dedicati e aggiornamenti costanti». Bastianelli in una nota esalta la sua creatura facendosi vanto di esserne l’ideatore: «La radio è un sogno». Poco frequentato, però: dalla chat Turismo Italia dove si parlano dirigenti Enit e del settore turistico si viene a sapere che la neonata web radio il primo giorno ha incamerato due «recensioni positive». Incoraggianti forse, ma il ciclone De Niro è su un altro pianeta. Nella stessa chat qualcuno chiede se anche «noi abbiamo in programma una campagna Italia» come la Svizzera. Il presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, risponde con un evasivo «ci stiamo pensando», confessando implicitamente che a metà maggio, a un soffio dall’estate e dal clou della stagione l’ente italiano del turismo è concentrato sulla radio e lascia in secondo piano la necessità di richiamare turisti con un piano organico di rilancio post pandemia.

Il ministero diretto dal leghista Massimo Garavaglia ha provato a colmare il vuoto dell’Enit con un paio di toppe forse peggiori del buco. Il ministero ha individuato in Stati Uniti e Regno Unito i paesi verso cui concentrare le campagne di promozione senza tener forse in debito conto che il Regno Unito ha messo sul chi va là i suoi cittadini ricordando che chi intende andare in Italia al ritorno deve sorbirsi la quarantena. Mentre gli Stati Uniti ci hanno messo il carico da novanta sconsigliando i viaggi in Italia non solo perché poi è necessario sottoporsi alla quarantena, ma anche perché in caso di nuove ondate il nostro paese è troppo lontano. La morale è che se c’è in giro per l’Italia qualche albergatore speranzoso, tour operator, ristoratore e simili che ritiene di potere ricevere aiuto dalle strutture pubbliche che governano il turismo, può mettersi il cuore in pace e votarsi alla Madonna. Consapevole di quest’estrema debolezza, ieri il ministro Garavaglia ha cominciato a ristrutturare l’Enit nominando un nuovo amministratore delegato, il mantovano Giuseppe Albeggiani.

Sponsor del Giro

Anche perché l’altra idea che i dirigenti dell’Enit hanno messo in campo per stimolare la ripresa rischia di essere fatta della stessa pasta scivolosa della radio. All’ente del turismo hanno pensato di poter contribuire al rilancio sponsorizzando il Giro d’Italia, che è una corsa bellissima e dalle tradizioni nobili, ma che, pur essendo conosciuta anche fuori d’Italia, è seguita soprattutto dagli italiani. I quali non hanno certo bisogno del Giro per convincersi di stare in un paese meraviglioso da visitare da cima a fondo. Soprattutto nell’era della pandemia il compito dell’Enit dovrebbe essere piuttosto quello di convincere gli stranieri a tornare in Italia e da questo punto di vista non è chiaro quale contributo possa offrire la sponsorizzazione della corsa. Nei suoi comunicati l’ente del turismo sottolinea che molti stranieri amano visitare l’Italia in bici, ma è assai dubbio lo facciano perché il Giro li ha folgorati.

Se i benefici di stimolo al turismo internazionale tramite radio e ciclismo sembrano quindi incerti, sono invece sicure e consistenti le uscite di denaro pubblico.

Secondo fonti interne solo gli impianti della radio costano più di 100mila euro, compreso l’allestimento del tavolo di regìa e speakeraggio, la cabina acustica per la messa in onda dove si esibisce il direttore Bastianelli, l’aria condizionata, più tutte le altre apparecchiature del caso. Molto più costoso è l’affare del giro d’Italia. Per la corsa a tappe l’Enit sta spendendo in totale più di 3 milioni di euro: 2 milioni e 600mila più Iva per la sponsorizzazione in senso stretto e 400mila per l’allestimento di una squadra Enit che corre a fianco dei ciclisti professionisti, ma con bici elettriche «per un turismo ecosostenibile».

La sponsorizzazione avvantaggia il gruppo editoriale Rcs di Urbano Cairo, Corriere della Sera e Gazzetta dello sport che è la testata da sempre organizzatrice della corsa. Il direttore Bastianelli è convinto si tratti di un buon affare per il turismo italiano: «Il centro di ricerca Nielsen ha calcolato che il ritorno dell’investimento è di 36 milioni di euro».

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