La destra di governo vuole alzare subito il tetto del contante alla soglia di 10mila euro. Si tratta di un altro messaggio agli evasori, in contrasto con un suggerimento del Pnrr, che dice che la lotta all’evasione passa anche da «un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti» e si tratta anche dell’undicesima modifica alla soglia in circa vent’anni, praticamente una ogni due anni. 

Già con la legge di bilancio

L’economia di Meloni parte dai rinvii in legge di bilancio

La proposta di legge è stata depositata da Alberto Bagnai della Lega, ma sostenuta dal consigliere più fidato di Meloni, Giovanbattista Fazzolari. Il responsabile del programma di FdI ha detto che «l'aumento al tetto del contante è nel nostro programma e lo faremo, gradualmente, già a partire dalla prossima legge di bilancio».

La maggioranza che già ostacolava il governo Draghi

Giorgia Meloni promette più evasione per tutti

Il tetto al contante doveva essere abbassato a mille euro già da quest’anno ma con un emendamento al decreto Milleproroghe votato a febbraio da Lega e Forza Italia, allora al governo, e presentato da Fratelli d’Italia, allora all’opposizione, il provvedimento voluto dall’esecutivo tecnico era stato rinviato al primo gennaio 2023. Allora Giorgia Meloni aveva definito quel voto « la dimostrazione che un’alternativa alla deriva tecnofinanziaria dell’ultimo decennio è possibile». 

L’aumento dell’economia sommersa

Adesso da capo del governo Meloni è pronta a proseguire lungo la stessa strada e lo ha rivendicato nella sua replica al Senato, in occasione del voto di fiducia: «Metteremo mano al limite del tetto al contante», ha detto di fronte ai senatori e per giustificare la sua scelta ha citato le parole di Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze, nel governo di Matteo Renzi che dal 2016 alzò il tetto a 3mila euro: «Non c’è correlazione fra l'intensità del limite al contante e la diffusione dell'economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c'è e l'evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd», ha ricordato Meloni.

Padoan smentisce sé stesso

Lo stesso Padoan, però, dopo aver ubbidito al suo premier, e essersi prestato anche a giustificare la decisione pubblicamente, una volta dismessi i panni di ministro ha definito la misura «un errore» e ha sostenuto che nelle discussioni private con Renzi si era schierato contro a quella scelta. Quella di Padoan non fu una bella figura, ma non per questo le giustificazioni di Meloni sono valide. 

Lo studio di Banca d’Italia

Renzi allora sosteneva esattamente come la destra di oggi che si trattava di una misura per incentivare i consumi. Un paper pubblicato da Banca d’Italia nel 2021 però ha calcolato un aumento dell’economia illegale di 0,5 punti percentuali collegato all’innalzamento voluto dal leader di Italia Viva. Un aumento di «un punto percentuale nell'utilizzo del contante si traduce, a parità di altre condizioni, in un aumento della quota di valore aggiunto ombra compreso tra 0,8 e 1,8 punti percentuali» – si legge nella ricerca - «La decisione di aumentare la soglia da mille a 3 mila euro per aumentare la spesa ha avuto l'effetto collaterale di spostare la stessa quota (di valore aggiunto ombra, ndr) verso l'alto di circa 0,5 punti percentuali». La conclusione era semplice ed era stata trasposta anche nel Pnrr: «Questa evidenza indica che limiti più severi nell'uso di i contanti sono uno strumento efficace per contrastare l'evasione fiscale». 

Meloni ha, infine, anche sostenuto che il tetto al contante penalizza i più poveri e che quindi chi fa prediche sul contrasto alla povertà dovrebbe in sostanza essere a favore. Certamente c’è una correlazione tra povertà e utilizzo della tecnologia, ma è davvero strano che per Meloni il problema siano i percettori del reddito di cittadinanza e non i poveri che vanno in giro con 10mila euro in contanti in tasca. 

© Riproduzione riservata