L’impresa del 12 maggio 1985 è rimasta l’ultima di una città non capoluogo di regione. Accadde nel campionato in cui giocavano la Juve di Platini, il Napoli di Maradona, la Sampdoria di Vialli e Mancini. Un libro di Polo Condò e Adalberto Scemma ricostruisce aneddoti e retroscena di una squadra che aggiunge due stranieri giusti (Elkjaer-Larsen e Briegel) a un gruppo di giocatori che venne definito di “scarti”
Fu il “Dottore” che quel 12 maggio del 1985, nell'euforia esaltata del momento, allungò lo sguardo sul futuro e predisse la storicità dell'evento: «Solo negli anni riusciremo a renderci conto di quello che abbiamo fatto». Non è vero che la felicità dura un attimo, ne esiste una specie che invecchiando migliora. Lo scenario è lo spogliatoio di Bergamo, Atalanta-Verona è appena finita 1-1, il punto che serviva agli ospiti per vincere lo scudetto. Il “Dottore” è Domenico Volpati, uno che in ritiro



