A Reggio Calabria votavano pure i morti, gli anziani chiusi in casa e finanche chi al seggio non ha mai messo piede. È il risultato delle indagini condotte dalla Digos e coordinate dalla procura della repubblica della città dello Stretto sulle elezioni comunali dello scorso settembre. Agli arresti (domiciliari) due persone, Antonino Castorina, il consigliere comunale più votato nelle liste del Pd, e un altro soggetto.

Stando alle prime indiscrezioni, almeno due cittadini deceduti da tempo, sarebbero risultati elettori in un seggio. E molti altri anziani, che in realtà nei seggi non avrebbero mai messo piede. Il meccanismo era semplice, bastava ritirare i duplicati delle tessere elettorali che Castorina e alcuni suoi collaboratori si procuravano negli uffici comunali senza alcuna delega e senza i documenti di identità degli interessati.

Al seggio, poi, quelle schede venivano contate come voti, grazie alla normativa che consente ai membri dell’ufficio elettorale di sezione di certificare la “conoscenza personale” dell’elettore. L’inchiesta è un terremoto per il Pd, Castorina con i suoi 1500 voti è stato uno dei pilastri nella elezione del sindaco Giuseppe Falcomatà, ed è membro della Direzione nazionale del partito. Un duro colpo proprio all’inizio della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale. In Calabria è già fissata la data del voto, febbraio, e tutti i partiti invocano rinnovamento e discontinuità.

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