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Abusi sessuali nella Chiesa, il caso Rupnik divide i gesuiti e mette in crisi la Santa Sede

Pope Francis boards a car as he leaves the St. Ignazio church after celebrating a Mass of Thanksgiving for the Canonization of St. Jose de Anchieta, a Spanish Jesuit Missionary to Brazil, in Rome Thursday, April 24, 2014. (AP Photo/Gregorio Borgia)
Pope Francis boards a car as he leaves the St. Ignazio church after celebrating a Mass of Thanksgiving for the Canonization of St. Jose de Anchieta, a Spanish Jesuit Missionary to Brazil, in Rome Thursday, April 24, 2014. (AP Photo/Gregorio Borgia)
  • Il Dicastero per la dottrina della fede non ha dato seguito alla denuncia pervenuta in Vaticano, i fatti erano prescritti. Una nota diffusa dai gesuiti spiega solo in parte come sono andate le cose. Il religioso resta soggetto a misure restrittive
  • I gesuiti si dividono sul caso: per padre Matarazzo non ci si può aggrappare alla prescrizione, è invece necessaria la massima trasparenza. Il Superiore generale dell’Ordine, padre Sosa, difende l’operato della Compagnia e si appella al diritto alla privacy
  • La vicenda Rupnik mette in luce varie carenze nella gestione dei casi di abuso sessuale da parte delle istituzioni ecclesiastiche; resta il sospetto di comportamenti omissivi. Pesa su tutto anche il silenzio del papa.

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