La droga in Afghanistan

Gli Usa e la guerra all’oppio, l’altra sconfitta che ha favorito i Talebani

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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  • Il nuovo governo talebano vuole che l’Afghanistan, primo produttore mondiale di oppio e secondo di cannabis, non sia più «un centro per il business della droga». Ma il loro ritorno al potere è stato finanziato dai traffici di stupefacenti.
  • L’economia afghana si basa in larga parte sul mercato illegale dei papaveri. Ora i Talebani dicono basta, ma nessuno sa se fanno sul serio. «La maggior parte dell’oppio afghano passa per l’Iran: se caleranno i sequestri lì, allora sarà diminuita la produzione», dice un’autorevole fonte investigativa.
  • Il fallimento occidentale nella guerra alla droga è certificato anche dal Sigar, l’Ispettorato Usa per la ricostruzione dell’Afghanistan. Nell’ultimo rapporto scrive che i risultati sono stati «lenti, inconsistenti e insufficienti».

I Talebani e l’oppio, una storia d’amore e odio che va avanti da venti anni. Nel 2000, una delle ultime decisioni del governo del Mullah Omar fu quella di proibire la coltivazione dell’oppio in Afghanistan. Ora il portavoce talebano Zabihullah Mujahid annuncia che il prossimo esecutivo si impegnerà per evitare che il paese resti «un centro per la coltivazione del papavero da oppio e per il business della droga». Un cerchio che sembra chiudersi. Ma la sfida del governo talebano è impegnativa:

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