Bora, freddo, neve e gelo non hanno fermato, in questi anni, Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, moglie e marito, che guidano l'associazione Linea d'ombra. Passano le sere, le notti davanti alla stazione di Trieste, pronti, con coperte, scarpe ad accogliere i migranti che arrivano in Italia dalla rotta balcanica. Ieri mattina all'alba sono stati svegliati, alle 5, dalla polizia che gli ha notificato un decreto di sequestro, cellulare e pc sequestrati, Franchi è indagato per favoreggiamento del reato di immigrazione irregolare.

«Ci tirano in ballo per un episodio di due anni fa, colpiscono la solidarietà associando mio marito a questa rete per infangarci», dice Fornasir. «La contestazione è di aver aiutato, nel luglio del 2019, una famiglia iraniana a prendere il treno a Trieste, quella famiglia è stata fermata, portata in questura e non ha fatto richiesta di soggiorno ricevendo un foglio di via. Quel giorno mi hanno fermato, mi hanno seguito e ora mi accusano di favoreggiamento perché li ho portati in stazione. Era una famiglia con due bambini, uno di 11 e uno di 9 anni», dice Franchi.

La famiglia di iraniani, oggi, vive in Germania dopo aver ottenuto il permesso per motivi umanitari. A confermare le attività di polizia giudiziaria anche una nota della questura che recita: «È in corso una vasta operazione della Polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, per contrastare un'organizzazione criminale, finalizzata all'ingresso e al transito in territorio nazionale di immigrati irregolari, a scopo di lucro.  L'attività investigativa è stata condotta dalla Digos di Trieste, supportata dal Servizio per il Contrasto all'Estremismo e Terrorismo Esterno dell'Ucigos».

L'attività di Linea d'ombra è volontaria e si basa, spiegano dall'associazione, su donazioni che vengono utilizzate per comprare scarpe, vestiti per i migranti. «Io penso che vogliano colpire Linea d'ombra, la nostra attività, non mi saprei dare altre spiegazioni. Siamo volontari, ci occupiamo di assistere i migranti in arrivo a Trieste che sono per la maggior parte irregolari. In due anni abbiamo assistito circa 2500 migranti bisognosi di cure, scarpe e sostegno».

Sono centinaia le storie che sono impresse nella memoria di Lorena e Gian Andrea, una delle ultime è diventata un appello alle autorità per aprire un corridoio umanitario, e riguarda il signor Amir Labbaf, iraniano. «Siamo andati di recente in Bosnia e abbiamo conosciuto Labbaf che è stato perseguitato e torturato in Iran insieme alla moglie.

Ora si trova in Bosnia su una sedie a rotelle. Era riuscito ad arrivare in Croazia, ma per evitare di essere investito da una macchina è caduto in un burrone rompendosi la schiena. La polizia croata lo ha rintracciato, ma piuttosto che aiutarlo lo ha denudato portandolo al confine con la Bosnia, oggi è in un campo di accoglienza senza aiuti e senza assistenza».

Labbaf è uno degli ultimi casi di cui si sono occupati Lorena e Gian Andrea. «È ora di smetterla di perseguitare le persone. Bisogna essere intolleranti con la Croazia che si comporta in modo indecente con i migranti. L'occidente con le guerre ha costretto tante persone a migrare, visto che in Siria, Libia, Iraq non si può più vivere decentemente».

Ora Gian Andrea Franchi deve affrontare un procedimento penale per favoreggiamento: «Che metodo è questo? Così trattano le persone che aiutano chi scappa da guerre, da torture e violenze?», dice Franchi che, quando gli chiediamo un giudizio sul nuovo governo, taglia corto: «Non ho speranze nel nuovo governo, dopo Salvini i toni sono meno truculenti, ma Lamorgese sul nostro confine ha fatto peggio di Salvini. Negli ultimi sei mesi centinaia di migranti sono stati respinti in Croazia e in alcuni casi in modo illegittimo».

© Riproduzione riservata