Nel 1964 a distanza di una settimana dalla morte del leader del Pci, l’Unione sovietica aveva deciso di intitolare la città, che in precedenza si chiamava Stavropol sul Volga, al politico italiano. I cittadini non hanno mai voluto cambiare quel nome. Così come la squadra di calcio, fondata nel 2018, che oggi milita nella serie A russa
Che cosa lega una squadra di calcio di metà classifica della Prem’er-Liga russa all’ex segretario del Pci Palmiro Togliatti? In Russia, nella regione di Samara, a pochi passi dal fiume Volga e a più di mille chilometri da Mosca, esiste una città che si chiama così in suo onore: Togliatti. Nella stessa città, nel 2018, è stato fondato un club di calcio: l’Akron Togliatti.
Nel 1964, infatti, a distanza di una settimana dalla morte di Togliatti, l’Unione sovietica ha deciso di intitolare la città, che in precedenza si chiamava Stavropol sul Volga, al politico italiano. Tutt’oggi la città porta il suo cognome, con una decisione che è stata confermata anche in un referendum indetto nel 1996, cinque anni dopo la caduta dell’Urss.
Quell’anno circa l’82 per cento dei cittadini ha votato contro il ritorno al nome storico per mantenere quello in onore di Togliatti. Dietro questa decisione – oltre alla volontà di differenziarsi da un’altra Stavropol, che si trova nel Caucaso settentrionale – anche una forte ragione di riconoscenza.
L’accordo con la Fiat
Togliatti è stato un politico che, durante la sua carriera, ha sempre dimostrato grande appoggio al governo centrale di Mosca e lo ha fatto anche collaborando con l’Unione sovietica per modernizzare il mercato automobilistico. Ne è un esempio lo storico accordo siglato il 15 agosto 1966 tra la Fiat di Gianni Agnelli e il ministero dell’Industria automobilistica dell’Urss.
L’accordo di Ferragosto, avvenuto a due anni dalla scomparsa di Togliatti, era stato frutto di un lungo percorso di mediazione iniziato proprio dal dirigente comunista. Portò alla costruzione di uno stabilimento automobilistico nella città di Togliatti, una fabbrica grande il doppio di Mirafiori.
La cosiddetta AutoVAZ che ebbe un impatto non da poco sulla produzione sovietica di autoveicoli. Nel 1970, dalla fabbrica AutoVAZ di Togliatti uscì la prima automobile, una Lada Žiguli che si basava sulla scocca di una Fiat 124 ma riadattata per resistere a climi più rigidi.
Sei anni dopo, nel 1976, gli esemplari di Žiguli prodotti avrebbero toccato quota tre milioni di unità. Il lascito di Palmiro Togliatti, comunque, non si ferma all’aiuto per far nascere una fabbrica di automobili. Come suggeriscono Claudio Giunta e Giovanna Silva nel libro Togliatti. La fabbrica della Fiat (edito per Humboldt Books), anche oggi, appena si arriva nella città, sembra di trovarsi all’interno della sceneggiatura di un film distopico.
La scuola statale è dedicata a Togliatti, così come la biblioteca-museo, piena di cimeli togliattiani: un suo busto in gesso, vari rulli di pellicola di film sul politico italiano. Ma anche bandierine, gagliardetti e poesie che lo ricordano.
Artem Dzyuba
Per non farsi mancare nulla, dal 2018, a Togliatti c’è anche l’Akron Togliatti, club di calcio professionistico fondato sette anni fa. Da quest’anno gioca, per la prima volta, nella massima serie russa e occupa una tranquilla posizione di metà classifica.
I prezzi per vedere una partita sono popolari, tra i dieci e i quindici euro per un posto in tribuna e la loro maglia è rossonera. Un omaggio al Milan. Un tempo, i tifosi milanisti, infatti, erano anche chiamati casciavit, “cacciaviti”, perché in gran parte appartenenti alle classi popolari di estrazione operaia.
Quale città più operaia di Togliatti per onorare questo legame con i propri tifosi? In attacco, la punta di diamante dell’Akron è Artem Dzyuba. Calciatore ormai 36enne, ha vissuto i suoi momenti migliori indossando la maglia azzurra dello Zenit San Pietroburgo, di cui è stato uno dei calciatori più rappresentativi dell’ultimo decennio.
In patria è una leggenda: con 31 gol è anche il miglior marcatore della storia della nazionale russa. Non c’è solo Dzyuba come giocatore noto ad aver giocato con la maglia rossonera del Togliatti. Una vera e propria icona passata per la città, tra il 2021 e il 2023, è stato il trequartista brasiliano Marx Lênin. Un nome, un programma.
Marx Lênin
In un’intervista concessa a Espn, la madre di Lênin ha rivelato che Marx sta per Marques, mentre Lênin è soltanto un nome che le piaceva molto. Il classe 2000, a prescindere da possibili ironie, è cresciuto nel Flamengo insieme a Vinícius Júnior (oggi ala del Real Madrid) ed è uno dei prospetti più interessanti del calcio carioca.
Il Togliatti, forse anche per fare incetta di like sui social, aveva presentato l’acquisto come “rivoluzionario” e, una volta che la notizia era diventata virale, il giocatore ha detto di essersi sentito famoso per la prima volta nella sua carriera.
Adesso è tornato in Brasile, dove gioca in Serie B, in prestito al Galícia. Il suo talento deve ancora sbocciare e, probabilmente, il Togliatti non era la squadra più giusta dove poter incidere. I riflettori del calcio europeo si sono accesi più per il suo nome che per i suoi numeri in campo. Più che una rivoluzione, per adesso Lênin è una rivelazione mancata. Al contrario, l’Akron Togliatti, anche senza il fantasista brasiliano, è passato dai bassifondi delle leghe minori russe a raggiungere il massimo campionato, in soli sette anni di storia. Che la sua rivoluzione sia appena cominciata?
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