Albania, ombre su Kayo. Ecco la spa dell’uomo vicino a Rama

Il 13 novembre, il vertice intergovernativo Italia-Albania di Roma non è stato solo l’occasione per rinnovare il patto Migrazione e asilo con il governo di Tirana e per parlare di centri per migranti. Fra le tante «intese di qualità» di cui la presidente Giorgia Meloni si è vantata con i presenti, c’è anche un patto per la Difesa. Nell’incontro fra il presidente di Fincantieri Pierroberto Folgiero e il suo omologo albanese, Pirro Vangiu, si è discusso di un accordo per il rilancio della base militare albanese di Pashaliman, vicino a Valona. Nella città sull’Adriatico, Leonardo, Fincantieri e la società omologa albanese Kayo produrranno «otto navi da 80 metri di lunghezza e 800 tonnellate». Ma l’azienda albanese è davvero in grado di giocare una partita così rilevante? Ecco tutti i soldi spesi (e sprecati) per i Cpr in Albania. L’esposto di ActionAid alla Corte dei Conti Cos’è Kayo Kayo è stata fondata nell’ottobre 2024 dal governo albanese, al fine di ristrutturare il settore della produzione di armi e munizioni, in costante declino dalla caduta del comunismo. Ha preso in gestione gli ex impianti di Mjekes, Gramsh e Poliçan, con l’obiettivo di iniziare a produrre armi “made in Albania” entro il 2030. A sostenere l’impresa anche i fondi europei. Kayo, tuttavia, è nata con un difetto di fondo: un capitale che Kleshi Balliu, parlamentare del Partito democratico d’Albania (l’opposizione al premier Edi Rama) definisce «ridicolo». Il primo finanziamento da parte del governo Rama è stato di 150 milioni di lek, poi portati a 300 milioni. Tradotto in euro: un aumento di capitale da 1,5 a 3 milioni di euro. Per fare un esempio, il cambiamento di bandiera della nave Libra (donata dall’Italia all’Albania quest’anno) è costato un milione e mezzo di euro. Le corvette, navi che parzialmente corrispondono all’identikit tracciato dalla nuova joint venture, hanno dei costi di produzione fra i 300 e i 500 milioni di euro. Inoltre Leonardo ha a disposizione un capitale di 30 miliardi circa, Fincantieri di sei. Altre cifre sia per rispondere a eventuali tentativi di scalata sia per coprire perdite che non possono essere giustificate dalla giovane età dell’azienda. Cpr in Albania, Meloni fa scaricabarile: «Non è colpa mia se sono fermi». Il “bottino” di Rama Le acquisizioni “sospette” Appena fondata, Kayo è stata subito trasformata nel player chiave della Difesa albanese: ad aprile 2025, Rama è stato il regista della vendita del 49 per cento delle azioni di Timak a un suo sostenitore, Ron Yeffet, un imprenditore israeliano. Ad agosto, Timak e Kayo hanno costituito una loro joint venture, Timak Defense, per la produzione di veicoli militari. Oltre che a questo Kayo, con il 20 per cento, è entrata nel capitale di Myslym Keta Defence (MSK) e Guna Tactical, altre società in mano a un alleato storico di Edi Rama, il produttore di armi Emiliano Dusha. «Stiamo parlando di una società che, al momento della vendita delle quote, veniva valutata intorno ai 35mila euro. Nel giro di due mesi, tramite un accordo con Kayo, MSK è diventata l’unico fornitore di armi e uniformi dell’esercito albanese, con 400 salariati. Per lei questo è normale?», dice Balliu. Costosi e inutili, anche i Garanti bocciano il Cpr in Albania di Meloni: «Diritto alla difesa compromesso» Ardi Veliu L’amministratore delegato di Kayo, Ardi Veliu, è una persona molto vicina a Rama, già comandante della polizia voluto dal premier e poi viceministro dell’Energia e delle infrastrutture. Nel 2024 è diventato ad della società. Per citare alcune ombre su uomini a lui vicini: il suo ex autista è finito sotto indagine della procura anticorruzione, la Spak. C’è poi un fatto accaduto alcuni mesi fa. Ad agosto, la polizia, sulla quale Veliu ha comunque ancora una forte influenza, è entrata nei locali di Tirana di News24, una tv di opposizione per sgomberarla e trasformarla nel nuovo quartier generale di Kayo. Dal governo fanno sapere che andava svuotata e che il contratto era scaduto. Ma il “decisionismo” della polizia (un decreto di sfratto non era stato formalmente inoltrato ai vertici di News24) ha portato molti a vedere la longa mano di Veliu dietro questa mossa. Costosi e inutili, anche i Garanti bocciano il Cpr in Albania di Meloni: «Diritto alla difesa compromesso» Chi paga? L’amministratore discusso, la poca solidità finanziaria della società, le acquisizioni sospette fanno venire più di un dubbio agli osservatori dell’accordo Italia-Albania. Inoltre i termini dell’intesa non sono stati resi pubblici. A quanto ammonta il contributo che Leonardo e Fincantieri (compagnie con una forte partecipazione pubblica, che si occuperanno della modernizzazione del futuro “cantiere navale” di Pashliman) daranno alla joint venture? E soprattutto: che succederà se Kayo dovesse avere difficoltà finanziarie? Il ministro Vangiu parla di utili dell’azienda per 8 milioni, che restano ancora insufficienti per non considerare l’investimento perlomeno un azzardo tanto quanto il flop dei centri per migranti realizzati in Albania. A carissimo prezzo.