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Alla Juventus tolgono qualche punto. Ma il calcio italiano non ne risentirà

I giudici della Corte d’appello Figc hanno rimodulato la penalizzazione per il sistema plusvalenze dopo la richiesta del Collegio di garanzia presso il Coni. Il pm Chiné ne aveva chiesti undici. Un nuovo passaggio che ha acceso un dibattito sull’opportunità di punire, anziché sulle regole. Tutto basato su un sillogismo discutibile, a proposito della coincidenza fra gli interessi della Juventus e quelli del calcio italiano.

  • I sette ex dirigenti per cui erano stati inizialmente chiesti otto mesi di squalifica, sono stati prosciolti. Tra loro spicca il nome di Pavel Nedved. Nei mesi che hanno portato al nuovo giudizio si è tenuta una discussione sui rischi che avrebbe corso l’intero sistema, in caso di una punizione più severa al club.
  • Anche il ministro dello sport Andrea Abodi è intervenuto, per lamentare l’effetto destabilizzante di sanzioni a campionato in corso. Ma si tratta di una posizione legata a un’idea di giustizia sportiva del secolo scorso.
  • La bizzarra posizione del presidente federale Gabriele Gravina, secondo cui la Juventus è un brand da tutelare, chiama in causa la questione del rispetto delle regole. E trascura il fatto che la crisi del club bianconero coincide con la ripresa internazionale del calcio italiano

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