Una notizia positiva è arrivata per l'Unione Calcio Sampdoria nel penultimo giorno dell'anno. Il tribunale di Paola (provincia di Cosenza) ha disposto il dissequestro per il conto corrente della società blucerchiata, dandole ossigeno che servirà nel passaggio forse più buio della sua storia.

Una situazione già critica prima che lo scorso 6 dicembre il presidente Massimo Ferrero “er Viperetta” venisse arrestato su richiesta dei magistrati calabresi per la bancarotta della società Ellemme, e che da allora si è fatta ancora più intricata. Perché sarà anche vero che, come gli stessi magistrati di Paola hanno specificato, la società blucerchiata non è coinvolta nelle vicende che hanno condotto all'arresto di Ferrero (immediatamente dimissionario dopo il provvedimento di arresto, e adesso ai domiciliari).

Ma è altrettanto vero che la complessa architettura societaria strutturata dal Viperetta ingloba la Sampdoria, con incastri molto complicati da risolvere. Una piccola galassia di nomi e sigle che purtroppo i tifosi della Samp hanno dovuto imparare a conoscere quanto i calciatori passati in maglia blucerchiata durante queste annate.

Holding, trust, altro?

Il complesso di scatole societarie ha in cima la Holding Max, le cui quote sono detenute da Vanessa Ferrero (figlia, 80 per cento), Giorgio Ferrero (nipote, 15,24 per cento) e dalla milanese Pkb servizi fiduciari (4,76 per cento). Intorno a quest’ultima quota, in apparenza marginale, molto si è discusso negli anni passati sia per ciò che riguarda il suo peso specifico che per i reali detentori.

Pkb è un soggetto con sede a Milano, ai numeri 12/14 di via Alessandro Manzoni. I suoi soggetti controllanti, da fascicolo storico appena estratto con dati aggiornati al 3 maggio 2021, sono la svizzera Pkb Privatbank SA (al 70 per cento) e Cassa lombarda Spa (al 30 per cento). Esso è subentrato nel febbraio 2020 a Unione Fiduciaria, presente nell’assetto proprietario di Unione Calcio Sampdoria sin dal momento del passaggio di proprietà dalla famiglia Garrone a Ferrero. E proprio la famiglia Garrone è stata lungamente indiziata di muoversi dietro questo soggetto. Ma da parte loro è arrivata la smentita. Un altro che ha smentito seccamente di essere dietro all’attuale assetto proprietario doriano è il petroliere Gabriele Volpi, ex proprietario dello Spezia. Che a metà dicembre ha negato pubblicamente di essere il socio occulto di Ferrero e di avere intenzione di comprare la Sampdoria.

Tornando a Holding Max, nella sua pancia stanno tutte le altre società i cui nomi ricorrono in questa vicenda. Innanzitutto la Farvem Real Estate, che gestisce 178 alloggi affittati al comune di Roma a uso case popolari. I prospetti resi pubblici dallo stesso comune della capitale e relativi a tutti i fitti passivi per alloggi popolari riferiscono di un canone annuo da più d 3 milioni e 142mila euro per un contratto che copre il periodo 1 giugno 2008-31 maggio 2014 e che da tabella risulta “disdettato”, e di un successivo contratto relativo al periodo 1 dicembre 2015-30 novembre 2021 per un canone annuo da 2,5 milioni di euro.

Altra società è la Eleven Finance. Che detiene i cinema del gruppo, a partire dalla storica sala romana dell’Adriano, un tempo di Cecchi Gori. E infine c’è la Sport e Spettacolo Holding, il veicolo che controlla il pacchetto azionario della Sampdoria. Da dicembre 2020 la Sport e Spettacolo è sotto il controllo del trust Rosan, un soggetto costituito a novembre del 2020 con sede legale a Venezia-Mestre. A gestirlo è Gianluca Vidal, consigliere d’amministrazione sampdoriano nonché commercialista di fiducia di Ferrero. E col trust allocato in Veneto si tocca il punto più complesso del sudoku societario in cui è incastrata la Sampdoria.

Le azioni in segregazione

Come si legge nello statuto del trust, di cui l’informatissimo sito Club Doria 46 ha pubblicato ampi stralci, il suo scopo è “garantire apportando finanza esterna (...) i piani concordatari, ordinari ovvero fallimentari” delle società Eleven Finance Srl, Farvem Real Estate e Abaco 101 srl. Quest’ultima è una società che deteneva in gestione il cineplex di Padova, dichiarata fallita a gennaio 2020.

Ma anche le altre due società si trovano in condizione molto precaria. Eleven Finance è stata ammessa al concordato preventivo in data 24 gennaio 2020 e il passaggio più recente del procedimento doveva essere l’adunanza dei creditori presso il tribunale fallimentare di Roma in data 24 novembre 2021. Ma non si è tenuta per il motivo che verrà illustrato fra poco. Stessa sorte è toccata a Farvem, la cui ammissione alla procedura di concordato preventivo è stata dichiarata cinque giorni dopo rispetto a Eleven Finance (29 gennaio 2020). In questo caso l’adunanza dei creditori era stata fissata per il 15 dicembre 2021, ma dopo l’arresto di Ferrero ne è stato disposto lo spostamento al 16 febbraio.

Sono percorsi molto travagliati, quelli delle due società nel territorio del diritto fallimentare. Lo scorso settembre Eleven Finance è stata oggetto di una richiesta di revoca dell’ammissione al concordato da parte dell’istituto svedese Hoist Finance. Che ne è il principale creditore (circa 8 milioni di euro), e che stando all’intercettazione di una conversazione fra Vidal e Vanessa Ferrero “lo vuole morto”, con riferimento all’ex presidente doriano. E un colosso ancor più rilevante è quello che ha presentato istanza di fallimento per Farvem: si tratta di Lufthansa, che reclama 1,66 milioni di euro come effetto della vicenda che portò alla bancarotta della compagnia aerea Livingstone, per la quale Ferrero ha patteggiato nel 2016 una condanna a 22 mesi.

Tornando al trust Rosan, esso pone in condizioni di “segregazione” il pacchetto azionario doriano in vista della vendita della società, con prospettiva di reimpiegare parte di quel denaro nelle procedure di concordato delle tre società di Ferrero. Va ricordato che nel mese di agosto 2019 Ferrero aveva rifiutato un’offerta di circa 80 milioni di euro giunta da una cordata capitanata da Gianluca Vialli, con alle spalle i finanzieri Aleksander Knaster di Pamplona Capital Management (che poi ha comprato il Pisa) e James Dinan di York Capital. Adesso non sa ancora se e quanto il Rosan riuscirà a incidere nella cessione della Sampdoria. Né quanta parte di quel denaro potrà “garantire finanza esterna”.

Una tifoseria in cerca di normalità

Dopo tutto ciò che è successo la strada per Gianluca Vialli, atteso dalla tifoseria doriana come il messia, potrebbe essere spianata. La prudenza è di default, vista la complessa situazione che potrebbe riservare ulteriori sorprese. Ma intanto l’arrivo di Marco Lanna, altro ex calciatore blucerchiato, alla presidenza è un segnale che va in quella direzione e ha suscitato entusiasmo nella comunità blucerchiata.

I mesi che verranno ci diranno quanta parte delle voci circolate e dell’aneddotica venuta fuori da questa storia (dalla società di calcio usata come un bancomat all'Audi rubata che veniva usata come un deposito di contabilità societaria) verrà confermata. Rimangono però degli interrogativi di fondo, che chiamano in causa sia la Sampdoria nel particolare sia il calcio italiano in generale. Perché a suo modo Massimo Ferrero è una figura emblematica. E se è vero che, quanto alla necessità di garantire l’accesso esclusivamente a “fit and proper person”, il calcio italiano aveva già dato il meglio di sé con Giampietro Manenti nei giorni del 2015 in cui il Parma viaggiava verso il baratro, è altrettanto vero che da allora le cose non sono state minimamente corrette.

E restano altri interrogativi. Per esempio: perché i Garrone hanno ceduto la società proprio a questo soggetto qui anziché a altri? E perché, caso forse unico al mondo, hanno non soltanto pagato per vendere ma addirittura hanno fornito all’acquirente una dotazione (si parla di 65 milioni di euro cash) per andare avanti nella prima fase della gestione? La parte doriana di Genova se lo chiede da anni, ma anche fuori dalla comunità tifosa l’interrogativo continua a essere alimentato. E quando finalmente questa vicenda sarà stata risolta positivamente, coi sostenitori blucerchiati che potranno tornare gioire e soffrire soltanto per questioni di campo, bisognerà compiere questa operazione verità. Sarebbe un atto dovuto.

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