«Una storia d'amore non sarà mai così totale, così incredibile e così importante come l'amicizia tra due ragazze del college». La frase arriva dalla serie tv Girls, della regista e attrice Lena Dunham e apre il panel L’amicizia femminile, la scoperta della sensualità, la minaccia, che ha visto sul palco le scrittrici Giulia Caminito e Antonella Lattanzi, insieme ad Alice Valeria Oliveri, autrice e scrittrice, che per Domani cura la rubrica Nel paese delle meraviglie.

Amore, simbiosi e fedeltà

Si parla di amore e amicizia a partire dall’ultimo romanzo di Antonella Lattanzi, Chiara: «C’è un momento, tra infanzia e adolescenza, in cui l’amicizia si confonde con l’amore. Senza etichette. Per me era importante raccontare che quando amiamo un’amica o un amico, tutto il nero che c’è intorno a noi viene diluito da questa persona». Un libro scritto in prima persona, «in cui le protagoniste hanno alle spalle famiglie disastrose. Che attraverso l’attaccamento, cercano di combattere».

Ma l’amore, che ruolo ha nell’amicizia femminile? Giulia Caminito, risponde nominando le protagoniste di Chiara: «Quello che ti trascina nel romanzo, è che quando noi ragazze siamo bambine, abbiamo rapporti simbiotici, ma anche di attrazione e ritrazione nei confronti dell’altra», di sentimenti tempestosi, anche nei bambini.

Caminito ricorda, da bambina, di avere avuto delle amiche molto strette: «Quanto soffrivo quando si allontanavano, o se le mie amiche vedevano altre bambine. Una sensazione di vuoto, di abbandono, che solo la scrittura senza remore e senza vergogna delle scrittrici contemporanee, come Antonella, possono attraversare»; fino ad arrivare alla cesura di una simbiosi.

C’è poi la parola minaccia. La minaccia del fidanzato, del momento in cui entra il primo uomo nella vita di un’amica. E sopraggiungono le domande: quando arriverà il turno del mio amore? Chi mi bacerà?

Anche nel libro arriva un uomo, che poi scombussolerà tutto il rapporto tra le amiche: «Volevo raccontare i sentimenti esagerati –  dice Lattanzi – anche io, tutt’oggi, sono una persona esagerata». L’adolescenza ha questi momenti assoluti, che nel libro sono narrati attraverso i dialoghi delle due amiche: «Io ti odio perché tu non hai creduto che io potessi essere fedele», una fedeltà come sentimento «che devi a coloro che ami, di simbolico e interiore».

Torna il tema della minaccia, della violenza che i genitori delle due ragazze esplicitano sia in modo fisico, che psicologico: «La violenza psicologica ha lo stesso effetto distruttivo di quella fisica – dice Lattanzi – Anche le figlie sono lì nella loro impotenza, tra rabbia, amore e odio». Le due bambine, poi ragazze, si salveranno da sole, facendo finta che il mostro dietro di loro non esista.

Nascoste in piena vista

«A un certo punto il corpo della donna cambia, arrivano dei connotati diversi e notiamo di essere visibili ai maschi», dice Oliveri. Caminito racconta delle mestruazioni: «Il ciclo, il cambiamento del corpo e l’incontro con il sangue, cambia la vivibilità del corpo, le sue conseguenze, le sue possibilità. In tutto i libri scritti da donne, la protagonista, deve dire a qualcuno questo sentire. Il segreto, per le bambine, è il corpo».

Perché siamo inserite in una società che questo corpo lo vuole invisibilizzare o sessualizzare, soprattutto se si parla di “piacere”. Di autoerotismo.

«Spesso noi ragazze abbiamo utilizzato l’autoerotismo per calmarci prima di andare a dormire – racconta Caminito – sono dei dettagli che solo tra donne ci siamo dette o avremmo voluto dire, ad un’altra donna». Un cambiamento che non immaginiamo di condividere con un uomo. Infatti le storie di amicizia femminile, nella letteratura, hanno preso un posto importante, a partire dall’Amica geniale di Ferrante fino all’Arte della gioia e Lettera Aperta di Goliarda Sapienza.

Lattanzi racconta: «Nell’Arte della gioia c’è un bellissimo momento, nella prima pagina, in cui una bambina si masturba perché la sorellina urla».

Ci sono donne scrittrici che, per la loro grandezza e per la loro insubordinazione, sono state eliminate dal contesto sociale. Ma la gioia va costruita «nonostante tutto. Per essere felici bisogna uccidere, metaforicamente, chi ci rende tristi». Caminito riflette: «I rapporti tra donne sono pieni di promiscuità e desiderio ma anche confronti, riluttanze e invidie delle piccole cose», come nell'Amica Geniale di Elena Ferrante.

Ma cosa ci salva dalle parole e dalla vita? L’essere viste e, su tutto, «essere viste interamente». Stare dove non è importante essere intelligenti o vincenti, dove non si deve mendicare approvazione.

A volte, siamo noi che troviamo delle amiche in letteratura: Caminito ha incontrato come prima amica Jane Austen, mentre Lattanzi ha trovato Beverly Marsh, il personaggio immaginario di Stephen King. Amiche che si stringono, che si allontanano, che vivono nei romanzi. Amiche che salvano dal buio.

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