I genitori di Archie hanno perso in tribunale: la corte d’appello a Londra non ha accettato il loro ricorso, con il quale si opponevano ai medici che vogliono interrompere le cure mediche che lo tengono in vita. La vicenda è quella che ha fatto molto discutere nei mesi scorsi: un bambino di 12 anni, trovato in casa privo di coscienza e ormai in coma irreversibile.

Contro il suo interesse

I medici che lo hanno in cura, al Royal London Hospital, ne hanno certificato la morte cerebrale. E ritengono che il mantenimento in vita non sia nel suo interesse. I suoi genitori, Hollie Dance e Paul Battersbee, la pensano diversamente. L’appello era stato lanciato dopo che l’Alta corte inglese aveva concordato con i medici. Ora il nuovo pronunciamento, fatto da tre giudici, conferma dunque quella sentenza.

Uno dei giudici, Anthony Hayden, ha definito quello che è successo ad Archie come una «tragedia di dimensioni incommensurabili». Ma ha anche detto che le prove mediche sono unanimi. Proseguire il trattamento sarebbe solo come prolungarne la morte. La corte ha però deciso di non rendere immediatamente esecutiva la sentenza. I genitori avranno così la possibilità di ricorrere anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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