- «Devo fargli fare una bella mazziata (picchiarlo, ndr) gli devo far uscire la merda dal culo. Comunque l’ho giurato. Adesso che passa un po’ di tempo per non far vedere... gli devo schiattare la testa», si esprime così la camorrista Maria Licciardi, arrestata sabato scorso dai carabinieri all’aeroporto di Ciampino.
- Nel decreto di fermo disposto dalla procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo, convalidato dal giudice, emergono il pensiero e la violenza criminale di Licciardi, detta “’a piccerella” per la corporatura esile e la sua statura.
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Fa parte di un alleanza a tre teste: i Mallardo, i Contini e i Licciardi. Una struttura criminale “femmina”, nata dal matrimonio di tre sorelle.
«Devo fargli fare una bella mazziata (picchiarlo, ndr) gli devo far uscire la merda dal culo. Comunque l’ho giurato. Adesso che passa un po’ di tempo per non far vedere... gli devo schiattare la testa», si esprime così la camorrista Maria Licciardi, arrestata sabato scorso dai carabinieri all’aeroporto di Ciampino mentre si stava imbarcando per volare a Malaga dove abita la figlia e dove lei e i suoi familiari curano i propri affari. Da questa intercettazione, contenuta nel decreto di fermo



