Una distribuzione avanzata e capillare del vaccino per il coronavirus potrebbe avvenire a marzo 2021, con le prime dosi in Europa già verso la fine dell'anno. La buona notizia arriva da Josep Baselga, vicepresidente esecutivo dell'area Ricerca e sviluppo dell'oncologia dell'azienda farmaceutica AstraZeneca, che a una radio catalana parla di progressi nell'avere a disposizione un vaccino anti-Covid.

«Nonostante i pochi mesi di ricerca, alcuni laboratori sono in una fase molto avanzata e le prime dosi potrebbero arrivare molto presto», annuncia spiegando che entro gennaio si potranno avere circa tre miliardi di dosi che potrebbero essere implementate a marzo 2021. «Alla fine del primo trimestre del prossimo anno, se tutto va bene, i vaccini saranno in una fase avanzata di distribuzione», precisa.

Il vaccino sarà venduto a prezzo di costo, circa due euro, e sarà richiesta la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni.

Attualmente vi sono 175 diversi vaccini in fase di sviluppo in tutto il mondo. Di questi, 35 sono in sperimentazione clinica con pazienti e dieci sono nelle fasi finali. Secondo Baselga, sia AstraZeneca sia altre due o tre società potrebbero avere risultati entro la fine di questo mese o, al più tardi, a dicembre.

In questo senso, Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm Pomezia, in merito al candidato vaccino anti-Covid Oxford-Irbm-AstraZeneca, ha fatto sapere di aspettarsi «alla fine di novembre» la conclusione della fase tre della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie. «Se così sarà, le agenzie regolatorie impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all'Ue entro fine anno», spiega.

AstraZeneca, d'altra parte, ricorda di essere impegnata a distribuire i vaccini in tutto il mondo «e non solo a singoli stati o in Europa». Per quanto riguarda la situazione attuale «sarà un inverno duro e non possiamo pensare di tornare alla vita di prima».

«Il vaccino aiuterà, ma non è l'unica soluzione», avverte Baselga richiamando alla cautela. E infatti, l'azienda sta anche sviluppando «un trattamento con anticorpi monoclonali».

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