- Alla fine è sempre a sua insaputa. In questa storia di tesoretti custoditi all’estero, fondi dall’origine sospetta ereditati, conti correnti svizzeri che in meno di un anno si sono moltiplicati, Attilio Fontana ha scelto la linea difensiva più comune tra i frequentatori dei palazzi del potere italiano.
- La versione di Fontana non convince del tutto gli investigatori e i magistrati della procura, che aspettano fiduciosi la risposta delle autorità elvetiche sollecitate da un rogatoria con la quale chiedono la documentazione alle banche coinvolte nell’apertura dei conti correnti dei Fontana.
- E poi perché adesso dice gli anni Settanta? Se in una intervista precedente aveva dichiarato: «Era un conto non operativo da decine di anni, almeno dalla metà degli anni Ottanta». Non resta che affidarsi ai documenti: il primo conto è del 1997, la madre aveva quasi 80 anni, Fontana era delegato a operare. Fatti che Fontana prova a confondere con i non ricordo, «ha fatto tutto mia madre»
Alla fine è sempre a sua insaputa. In questa storia di tesoretti custoditi all’estero, fondi dall’origine sospetta ereditati, conti correnti svizzeri che in meno di un anno si sono moltiplicati, Attilio Fontana ha scelto la linea difensiva più comune tra i frequentatori dei palazzi del potere italiano. Non so, non ricordo, non è certo responsabilità mia se all’improvviso sul mio conto corrente piovono svariati milioni dalla Svizzera. L’eredità del presidente della regione Lombardia pari a 5 mil



