Sono 2.458 i nuovi casi registrati ieri nel paese, mentre le vittime raggiungono quota 24, il tutto per quasi 115mila tamponi effettuati Si tratta di un balzo importante rispetto alla giornata di ieri, quando il ministero aveva registrato circa 1.800 nuovi casi. Non c’erano stati tanti contagi dal 24 aprile. 

L’aumento più forte di casi si segnala in Veneto e in Lombardia, che segnano rispettivamente 445 e 324 nuovi positivi. La Campania segna oggi il dato più alto registrato in Campania dall’inizio dell’emergenza Covid-19: 324 casi. 

Aumentano anche i pazienti ospedalizzati. Nelle terapie intensive sono ricoverati 291 pazienti, per 52.647 positivi complessivi in tutto il paese. Secondo la fondazione Gimbe, per il momento il dato nazionale non solleva particolari preoccupazioni, ma si segnala che in alcune regioni la percentuale dei casi ospedalizzati è superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,1%), Lazio (10,2%), Liguria (9,6%) Puglia (9,2%).

Secondo Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook “Coronavirus: dati e analisi scientifiche”, la causa del balzo potrebbe essere la conseguenza della riapertura delle scuole, anche se l’esperto specifica che «il rapporto fra il numero di casi e quello dei tamponi eseguiti resta ancora molto basso». Anche il virologo Roberto Burioni raccomanda di seguire le norme sanitarie: «Le cose cominciano a mettersi peggio. Vi prego, state attenti, mantenete le distanze, portate le mascherine, evitate luoghi affollati al chiuso, lavatevi le mani. Il virus è lì fuori, infettivo e nocivo come nella scorsa primavera. Dipende tutto da noi», scrive su Twitter. Preoccupato pure Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’Università degli studi di Milano, che, intervenendo in una trasmissione televisiva ha detto: «Siamo veramente sul crinale, che potrebbe portarci anche a una situazione nettamente peggiore, così come l'opposto. Queste 2 o 3 prossime settimane sono cruciali nell'osservazione, nel contenimento e nell'intervento immediato sulla limitazione dei focolai».

Per fronteggiare il rischio di una seconda ondata, il governo ha annunciato nella giornata di ieri di voler chiedere il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ufficializzato l’intenzione di non cambiare la situazione neanche dopo il 15 ottobre, che era l’ultimo termine stabilito per la misura. Il regime permette di agire in deroga su molti aspetti della vita quotidiana con strumenti straordinari come i decreti del presidente del Consiglio e le ordinanze del ministero della Salute. 

Nel frattempo l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha iniziato la valutazione del vaccino anti Covid-19 sviluppato da AstraZeneca insieme all’Università di Oxford. Si utilizzerà la cosiddetta “rolling review”, per cui l’azienda si impegna a fornire all'Ema l'accesso ai dati sul candidato vaccino non appena disponibili per far sì che il processo di revisione dell'Agenzia possa essere quanto più possibile tempestivo.

La speranza è anche che si possa allargare il bacino di casi analizzati con nuove tipologie di test: per esempio, lunedì nelle scuole del Lazio partirà un progetto pilota che interesserà diversi istituti. In tutto saranno 800mila gli studenti coinvolti nel nuovo programma di test salivare validato dallo Spallanzani. Intervenendo al Festival delle Città, il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha anche detto di star studiando l’imposizione dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto. «Ora c’è l’obbligo a livello nazionale della mascherina dopo le 18. Nel Lazio stiamo valutando se lo dobbiamo estendere h24, anche per dare un segnale».

Intanto, anche all’estero il Covid-19 fa sempre più paura: mentre il Regno Unito ha registrato nella giornata di mercoledì poco meno di 7.000 casi, la situazione di Parigi è stata definita dal ministro della Salute francese Olivier Ve’ran «molto preoccupante». Ve’ran ha aggiunto che il governo aspetterà gli sviluppi della situazione, ma se tra qualche giorno non ci saranno miglioramenti la capitale e le banlieue passeranno a essere “zona di allerta massima”, una valutazione che comporterebbe la chiusura totale di bar e ristoranti e il divieto di raduni e feste. 

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