GLI INFORTUNI, I RITIRI

La felicità perduta di Berrettini, l’amico fragile del tennis

Matteo Berrettini si è ritirato da Cincinnati, quarto torneo consecutivo dopo Gstaad, Kitzbühel e Toronto (foto Ansa)
Matteo Berrettini si è ritirato da Cincinnati, quarto torneo consecutivo dopo Gstaad, Kitzbühel e Toronto (foto Ansa)

Da una parte c’è Jannik Sinner l’inossidabile, dall’altra lui, l’apripista nel 2020 dell’età dell'oro per le racchette italiane. Ha annunciato il quarto ritiro consecutivo da un torneo, non giocherà neppure a Cincinnati e nulla si sa in vista di New York. I malanni del fisico sono riusciti a trasferire le incertezze a un livello molto profondo della sua coscienza. Non ha un preparatore atletico e lui stesso teme che qualcosa si sia rotto nella testa

Il fragile e il superuomo: il succo del discorso è tutto qui. In un angolo del ring c’è Jannik Sinner e il suo apparire inossidabile, indifferente agli attacchi della sorte, siano pure essi una sconfitta drammatica come quella di Parigi. Nell’altro angolo c’è Matteo Berrettini che invece quegli attacchi li subisce, li interiorizza, ne riporta ferite che più passa il tempo più faticano a rimarginarsi. Non può e non ha potuto mostrare fiducia in un futuro migliore perché è sempre stato il primo, M

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