Non ci aspetta un’estate senza biliardini, come era stato paventato in questi giorni: il calcio balilla è stato “salvato” dal Senato. Ma cosa era successo?

Il sindacato italiano dei balneari, il Sib, aveva diffuso una nota per protestare contro l’obbligo di certificare giochi come biliardini, ping pong e flipper previsto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Quest’ultima, applicando una direttiva che esiste già da diversi anni, con l’obiettivo di distinguere i giochi che non prevedono vincite in denaro e quelli che non le prevedono, aveva chiesto che la certificazione necessaria (e l’”imposta sugli intrattenimenti” da pagare) per i giochi che prevedono delle vincite fosse estesa anche a calciobalilla, carambola, biliardo, flipper, freccette e giochi simili.

Alla fine, però, l’equiparazione di questi giochi a videopoker e slot machine non sarà applicata. In base a una norma inserita nel maxiemendamento al dl Pnrr approvato in Senato, infatti, entro il 15 novembre di ogni anno l’Agenzia delle Dogane dovrà individuare gli apparecchi «meccanici ed elettromeccanici che non distribuiscono tagliandi», che saranno esenti dall’obbligo di verifica tecnica e conseguente nulla osta per il loro utilizzo. Tra questi rientrano anche i biliardini, che non avranno quindi bisogno di certificazione. Il mancato ottenimento del nulla osta da parte delle autorità competenti comporta una misura sanzionatoria.

Tuttavia, gli stabilimenti e le sale giochi hanno comunque l’obbligo di versamento dell’imposta sugli intrattenimenti. Quindi i proprietari avranno solo l’obbligo di compilare un’autocertificazione e inviarla entro il 30 giugno all’Agenzia dei monopoli, comunicando che il loro biliardino rientra tra i giochi basati sull’abilità manuale dei “fruitori”. Se non si invia l’autocertificazione, si rischia di incappare in una sanzione che può arrivare fino a 4mila euro.

«L’Agenzia – ha detto il direttore Marcello Minenna – si è limitata a dare attuazione a una norma di legge consentendo la regolarizzazione di oltre 85mila apparecchi attraverso la semplice compilazione di una autodichiarazione da presentarsi a cura del proprietario. Nulla cambia invece sotto l’aspetto tributario dato che anche i biliardini sono assoggettati, da oltre 20 anni, all'imposta sugli intrattenimenti, un fisso, una decina di euro al mese».
Una decisione, quella del governo, che è stata accolta con favore da Antonio Capacchione, presidente del Sib aderente a Fipe/Confcommercio: «In questa circostanza il governo è stato saggio e solerte nell'eliminare una equiparazione irragionevole e stupida, salvaguardando giochi che sono anche un pezzo di storia e di identità dell’Italia. Ci aspettiamo adesso anche l’eliminazione della tassazione allorquando questi giochi siano forniti gratuitamente».

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