Vi preghiamo di non fischiare i calciatori che si inginocchiano prima del calcio d'inizio. Mostra ampia preoccupazione l'appello divulgato dalla Football Association (FA, la federcalcio inglese) nel tardo pomeriggio di sabato 12 giugno attraverso il proprio sito ufficiale. Intitolato «Messaggio ai tifosi inglesi» nell'anteprima di homepage, l'appello è accompagnato da una formulazione più esplicita nella pagina web dedicata: «Chiediamo ai tifosi inglesi di unirsi alla battaglia contro le discriminazioni».

Un comunicato spiazzante soltanto per chi osservi la questione dall'esterno, senza aver avuto modo di registrare la montante insofferenza delle tifoserie verso l'ormai consolidata abitudine che i calciatori dei loro club e della nazionale hanno assunto da oltre un anno a questa parte: inginocchiarsi sul terreno di gioco prima del calcio d'inizio, in onore del movimento Black Lives Matter (Blm). Un gesto cui alcune frange del tifo guardano con disappunto, tanto da provocare fischi e “booing” in occasione delle due amichevoli giocate alla vigilia dell'Europeo contro Romania e Austria. Espressione di preoccupante intolleranza, che avrebbe ripercussioni ben più pesanti se dovesse ripetersi alle 15 di oggi, in mondovisione, prima del calcio d'inizio nella gara d'esordio contro la Croazia.

La minaccia marxista (che non c'è)

Il testo pubblicato dalla FA inglese presenta toni tanto preoccupati quanto accorati. Sottolinea che i calciatori intendono con quel gesto battersi per una società più equa e giusta. Fa appello a coloro che dissentono affinché prendano in considerazione il messaggio negativo inviato ai giocatori cui invece dovrebbero garantire apporto. Costruisce persino un collegamento col diciottesimo secolo della storia nazionale inglese, quello in cui vennero poste le fondamenta per i diritti e le libertà civili della persona, affermando che la presa di posizione dei calciatori vada considerata in linea con una tradizione e un sistema di valori pienamente appartenenti all'identità inglese.

E se si arriva a mobilitare argomenti del genere, si ha chiaro il senso di gravità della situazione. Rafforzato dalla lettera aperta, intitolata “Dear England” e inviata ai tifosi dal commissario tecnico della nazionale, Gareth Southgate, non nuovo a pubbliche prese di posizione contro ogni forma di intolleranza, come raccontato nelle scorse settimane da Domani. Persino il premier Boris Johnson ha sentito l'urgenza di intervenire, lanciando attraverso un portavoce l'appello a «sostenere la squadra e non indirizzare dei boo». Sollecitazioni che rischiano di cadere nel vuoto. Perché presso alcune frange di tifosi, specie quelle maggiormente affini all'estrema destra, si è diffusa l'idea che Blm sia un movimento marxista. Una delle peggio abborracciate fake news mai messe in circolazione. Ciò che tuttavia, nel paese che si è lanciato fra le braccia della Brexit anche grazie all'impulso di rappresentazione ampiamente fasulle ma altrettanto ampiamente credute, non è argomentazione che possa disinnescare il rischio.

E infatti, nei giorni scorsi, la destra radicale inglese ha preso fiato contro il gesto dei calciatori e la copertura morale data loro dal commissario tecnico. Col leader Nigel Farage che ha sfoderato la sloganistica d'effetto per accusare Southgate e i giocatori di compiere «un gesto stupido», allineato a un movimento le cui posizioni politiche vanno nella direzione “della distruzione del capitalismo e del modello di vita britannico”, con appello finale a tenere il calcio fuori dalla politica.

La partita speciale di Sterling

Risulta chiaro, dunque, quale possa essere il livello di tensione che oggi accompagnerà non soltanto i calciatori della nazionale e il loro commissario tecnico, ma anche la dirigenza della FA, fino al momento del calcio d'inizio. Il messaggio inviato al mondo potrebbe essere devastante. E ancor più potrebbe esserlo per Raheem Sterling, l'ala del Manchester City che dovrebbe essere presente nella formazione iniziale.

Fortemente impegnato nella campagna pro Blm, e a sua volta fatto ripetutamente oggetto di comportamenti razzisti e discriminatori, nel giorno della vigilia di gara Sterling è stato insignito dell'onorificenza di Membrer of Order of British Empire (Mbe). Motivo: il suo impegno anti-razzista e anti-discriminazioni. Un segnale forte che arriva anche dalla sovrana e che, piaccia o no a mister Farage, rimette pienamente il calcio dentro la politica. Per Sterling oggi sarà una partita speciale. Dovrà battersi contro i croati e i fischiatori intolleranti. Fare il tifo per lui è un dovere.

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