Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. In questa serie, parliamo di Pasquale Condello, killer efficientissimo durante la prima e la seconda guerra di 'Ndrangheta e che ha ispirato il libro “Il Supremo. Ascesa e caduta di un comandante del male”, di Andrea Galli e Giuseppe Lumia.

Una volta al mese, approfittando della luna piena, le batterie dei De Stefano si posizionano sulla sabbia finissima e grigia, e attendono l’arrivo delle “bionde”.

Condello impara a conoscere le stelle e l’alternanza delle correnti; impara a fidarsi e non fidarsi. Studia con crescente scrupolosità il terreno, valutando la distanza migliore tra il punto prescelto per lo sbarco e la strada lungo la quale fuggire se ce ne fosse bisogno; collauda i nascondigli e ne esamina la capacità di porre un primo, salvifico ostacolo visivo tra lui e una sortita degli sbirri.

L’attesa non lo preoccupa, dovesse anche farci l’alba. In un intervallo brevissimo, soprattutto per la vita che corre di un ragazzino, gli entrano in tasca più soldi di quanti ne abbia mai racimolati sgobbando in officina come apprendista meccanico.

I conti sono presto fatti, i singoli guadagni si desumono a cascata per ogni partecipante. Compresa la manovalanza. Agli atti del Maxi 1, il primo grande processo contro la mafia siciliana, gli inquirenti rilevano il quantitativo trasportato da ogni nave intorno al 1970: non meno di 35-40 mila casse di sigarette per tragitto.

Una cassa pesa tra i quindici e i sedici chilogrammi, e arriva a contenere anche dieci chili di sigarette. I cartoni d’imballaggio, le scatole delle “stecche” e i singoli pacchetti determinano le differenze di peso dei carichi. Un carico corrisponde a 400 tonnellate di sigarette, 20 milioni di pacchetti per un totale di 400 milioni di lire, negli anni in cui un operaio guadagna 100 mila lire al mese e un’Aston Martin costa 14 milioni.

Il consumo annuale in Italia è di 90 mila tonnellate di sigarette e l’incidenza del contrabbando oscilla tra il 10 e il 12 per cento, circa 10 mila tonnellate. Calcolando che con i traffici sporchi il guadagno medio per chilogrammo è di 12 mila lire, il totale è di 120 miliardi di lire di proventi finiti nelle casse delle mafie. Tondi tondi.

Forzieri per costruire imperi.

“Il Bassotto”

Il primo nome di battaglia di Condello nasce nelle notti del contrabbando, qui ricostruite grazie a riflessioni sul periodo storico, dinamiche socio-criminali e analisi delle connessioni tra le numerose forme di criminalità organizzata nazionali e straniere. Un nome che pare più da fumetto: il Bassotto. Un appellativo oltremodo offensivo, soprattutto se proiettato nel futuro del giovane Pasquale. Ma il nomignolo non infastidisce il diretto interessato. Se anche Condello pensa che gli si manchi di rispetto, tiene per sé il rodimento. Del resto, l’assegnazione risponde alla sua statura, ed è semplice praticità degli uomini di ’ndrangheta che non hanno tempo da perdere in inezie. Una caratteristica fisica basta e avanza.

“Bassotto” in realtà è il suo codice baracchino, in gergo CB, il complesso delle sigle e abbreviazioni delle comunicazioni radio sintonizzate sulle bande locali.

Anche le prime armi di Condello non sono una dotazione da soldato, pur se aderenti ai compiti che gli vengono assegnati. Le cosche girano con ben altro arsenale, d’accordo, ma lui, nelle gerarchie criminali, è un novellino. Un ragazzo inserito in un programma di crescita e formazione. Ha superato le prime prove ma lo aspettano nuove verifiche. Un continuo upgrade.

Lo zaino sulle sue spalle contiene un coltellino affilato, un cacciavite, una torcia, le chiavi a brugola e la ricetrasmittente con batteria di scorta.

Manca un oggetto. Quello decisivo: un mangianastri sul quale far girare le canzoni.

Ogni canzone veicola un messaggio noto soltanto al personale delle imbarcazioni che trasbordano le sigarette. Nel caso in cui i finanzieri intercettassero le comunicazioni radio, non capirebbero mai cosa sta succedendo. E di cose, in questi anni – i Sessanta – ne accadono proprio tante.

Il resto d’Italia, al solito, ignora la Calabria, la ’ndrangheta, il contrabbando.

La stessa parola, “’ndrangheta”, rimanda a vaghe dinamiche di sperdute località flagellate dalla miseria, cronache di umani e bestie che vivono sotto lo stesso tetto.

Le innocue tracce dei mangianastri sono hit latino-americane. Diffuse dalla radio, in testa alla classifica. Insospettabili. La canzone Lisboa antigua sta per “scarichiamo domani notte”, con Malaguena s’intende “scarichiamo questa notte”, Cumparsita annuncia “allarme, mantenetevi al largo”, al suono di Caminito risulta “impossibile sbarcare causa mare grosso”.

Colonna sonora in codice del contrabbando. Musica latina, e infatti si balla.

La lingua straniera in parte Condello la impara così. Ha una sviluppata capacità mnemonica per le parole dette e scritte, per la fisionomia di chi le pronuncia, per i particolari dei luoghi frequentati.

Uno sveglio, uno che sembra nato per stare dove sta.

Il vecchio ci ha visto lungo con il giovane Pasquale. I De Stefano lo sanno.

E ora Condello è pronto.

La ’ndrangheta lo può accogliere in casa.

La ’ndrangheta lo può battezzare.

[Estratti tratti dal libro “Il Supremo. Ascesa e caduta di un comandante del male”, di Andrea Galli e Giuseppe Lumia, PIEMME, 2021]

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