Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. In questa serie, tocca al racconto del mondo dei cantanti neomelodici legati a boss e malavita.

Quando, nel 1556, il Regio Senato della città di Palermo decretò l'acquisto della Tonnara S. Giorgio e la costruzione di un nuovo porto, furono numerose le famiglie che dai popolosi rioni costieri della Kalsa e della Loggia, si spostarono verso ovest, a Borgo Santa Lucia, sperando di poter trovare in quella frontiera urbana, rinnovate occasioni di occupazione e ricchezza. Dalla costa, dove avevano trovato spazio le case di marinai e pescatori, quel nuovo quartiere cominciò a svilupparsi verso l'interno, offrendo ospitalità ad un gran numero di artigiani e bottegai che lungo strade, vicoli e piazze, poco alla volta, negli anni, avrebbero dato vita ad uno dei quattro più suggestivi mercati del capoluogo siciliano, ancora oggi dislocato sull'antico tracciato urbano e ancora oggi ricco di colori e suoni che ne ricordano le ascendenze maghrebine.

Sostando ancora oggi per quei vicoli e quelle stradine, ci accorgeremo che il Borgo non ha concesso molto alla modernità. In quel quartiere usi e tradizioni conservano il loro antico valore, la loro immutata forza. Come quella che si tramanda da quasi 500 anni e che, tra il 25 e il 27 luglio, affida alla omonima Congregazione il compito di portare la statua di "Sant'Anna con Maria bambina" protettrice del quartiere, fuori dalla propria Cappella, in giro per le strade addobbate da luminarie e decorazioni, grazie alle premure del "Comitato per la festa", che ogni anno cura anche l'organizzazione della manifestazione canora di fine triduo: il concerto dei neomelodici. Vi chiederete: perché mai in un blog che racconta di mafie, dovremmo parlare del Borgo Vecchio di Palermo, della festa di S. Anna e del concerto dei neomelodici?

Perché qui folklore e tradizione lasciano improvvisamente spazio alla cronaca giudiziaria e alle indagini dell'antimafia, dal momento che per le famiglie di Cosa Nostra le feste patronali sono l’occasione per rinsaldare i rapporti e le relazioni tra gli affiliati, per contarsi; l’occasione per dimostrare platealmente chi governa quel territorio, chi è in grado di controllare le attività economiche che in quelle strade sono insediate; l’occasione per affermare ancora una volta una signoria che non ammette diritto, se non quello del più forte.

Non è un caso, ad esempio, che fino a luglio 2015, il “Comitato” per la festa di S. Anna fosse controllato dai fratelli Domenico e Giuseppe Tantillo che, nel dicembre di quello stesso anno, sono stati arrestati dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’operazione “Panta Rei”, poiché ritenuti reggenti pro-tempore della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

Testi tratti dal libro “La mafia che canta. I neomelodici, il loro popolo, le loro piazze”, di Calogero "Gery" Ferrara e Francesco Petruzzella.

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