Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni, a cura dell’associazione Cosa vostra. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata a Trame, festival dei libri sulle mafie di Lamezia Terme, con 15 articoli sui temi al centro degli incontri del Festival.

Il titolo dice tutto del libro: “L’assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia Capitale”, edito da Carocci.

È un volume che racconta la storia dei mutamenti della criminalità dei bulli, delle guerre tra giovani di diversi quartieri cittadini fatte a colpi di pietre e qualche coltellata al tempo della breccia di Porta Pia e dei successivi sviluppi con la presenza di forze che hanno mostrato un’inedita capacità criminale che si è sviluppata lungo due direttrici che sono arrivate fino ai giorni nostri: la corruzione e la criminalità tipicamente romana che ha accolto una criminalità mafiosa antica e ne ha prodotta una di nuovo conio.

Lo scandalo della Banca Romana di fine Ottocento figlio della bolla speculativa legata all’espansione edilizia della capitale e al finanziamento della politica – rimasero coinvolti ministri come Crispi e Giolitti e la stessa Corona – indica un percorso accidentato della storia della città dove i legami tra politica, affari, corruzione, malaffare, speculazione edilizia, criminalità locale si danno la mano ed agiscono insieme a danno dello sviluppo ordinato dei quartieri. Sotto il fascismo si verifica un imponente sventramento dei quartieri del centro storico che provoca l’espulsione violenta dei suoi abitanti che sono costretti ad abitare nelle borgate, lontane dal centro, senza servizi, senza possibilità di lavoro, con case piccole e mal costruite in un ambiente che diventa un focolaio di criminalità.

Dopo la fine della guerra s’avvia un nuovo percorso di sviluppo urbano della città e di presenze di criminali stranieri, i marsigliesi, che introducono in città metodi estremamente violenti come i sequestri di persona, le rapine in banca, gli omicidi. Chiuso il ciclo dei marsigliesi, si apre la stagione della Banda della Magliana, un’originale associazione criminale che riunisce al suo interno criminali di alcuni quartieri cittadini, mafiosi siciliani, campani e calabresi, elementi dell’eversione fascista, uomini dei servizi segreti che sono presenti in alcune azioni più oscure delle trame segrete del nostro paese. Gli uomini della Banda della Magliana scorrazzano per le vie della città determinando un clima di terrore e di violenza mai vista in precedenza. È una guerra per bande che provoca molti morti che insanguinano le vie del centro e di alcuni quartieri.

Corruzione e mafia caratterizzano gli ultimi decenni della città. Da una parte c’è stato l’agguato alla Banca d’Italia fatto da una magistratura prona al potere politico del tempo, quello andreottiano, che ha cercato di impedire che la Banca potesse controllare quello che succedeva nell’impero di Michele Sindona e dell’Italcasse che era la cassaforte della corrente andreottiana. Dall’altra parte gli ultimi anni sono caratterizzati dall’irrompere di Mafia Capitale anche se la Cassazione non l’ha definita mafia come mafia non è stata definita la Banda della Magliana. Si potrebbe dire che a Roma la mafia non c’è. Ed invece c’è, e sarebbe un tragico errore negare questo fatto. 

Infine, nella capitale ci sono le piazze di spaccio più grandi d’Italia, un unicum che vede coesistere i mafiosi tradizionali, quelli autoctoni e quelli stranieri. E accanto a costoro una folla di giovani che per pochi euro si prestano ad aiutare gli spacciatori, facendo le sentinelle, i custodi di piccole dosi e tanti altri servigi.


 

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