- Un boss ai domiciliari viaggia in pieno centro a bordo di una Ferrari per andare alla comunione del figlio sfruttando un’autorizzazione dei giudici.
- Ci sono piazze di spaccio aperte ogni ora del giorno e della notte con le telecamere della camorra che controllano le attività, funzionari comunali inseguiti da uomini in moto, minacce al capo dei vigili urbani e, nel recente passato, bombe carte sui balconi dei cronisti che raccontano.
- I commissari sono arrivati in comune dopo il terzo scioglimento per camorra disposto, nel 2019, da un decreto del presidente della Repubblica su proposta del governo.
Un boss ai domiciliari viaggia in pieno centro a bordo di una Ferrari per andare alla comunione del figlio sfruttando un’autorizzazione dei giudici. È successo ad Arzano, in provincia di Napoli, comune noto per aver ispirato, 30 anni fa, il libro di Marcello D’Orta ‘Io speriamo che me la cavo’. Il protagonista della gincana è Pasquale Cristiano, considerato dagli investigatori, boss legato al gruppo Amato Pagano, che aveva chiesto l’autorizzazione per recarsi alla comunione del figlio «con mezz



