Dal 2019 le autorità italiane chiedono l’estradizione di Dorian Petoku, considerato uno dei signori della droga della mafia albanese, un’organizzazione criminale che sta occupando l’Europa
- Negli anni gli albanesi sono diventati la manovalanza necessaria, il braccio armato. «Dovevano pestare uno a sangue per intimidirlo, ma l’albanese andò oltre, gli afferrò l’occhio e glielo strappò», ricorda un inquirente che ne segue le tracce da tempo.
- E i boss, quando vengono arrestati, restano in patria, è il caso di Dorian Petoku la cui estradizione sembra diventata impossibile. Le autorità italiane chiedono la sua estradizione dal 2019.
- «La mafia albanese mostra di saper sfruttare in maniera sistematica la rete di collegamenti con omologhi sodalizi attivi nei Paesi Bassi, in Belgio, in Austria, in Germania, nel Regno Unito e in Spagna», continua il documento dell’antimafia.
Quando ad Acilia, borgata che porta al mare di Roma, il clan Guarnera ha voluto staccarsi dal gruppo del boss Mario Iovine, legato al clan dei Casalesi, ha cercato alleati per imporsi. Così gli albanesi sono diventati la manovalanza necessaria, il braccio armato. «Dovevano pestare uno a sangue per intimidirlo, ma l’albanese andò oltre, gli afferrò l’occhio e glielo strappò», ricorda un inquirente che ne segue le tracce da tempo. Nelle palestre tra Acilia e la capitale, gli albanesi si allenano



