Dall’estero i colleghi chiamano e chiedono lumi: «Ma come funziona in Italia questo meccanismo delle plusvalenze incrociate sui trasferimenti di calciatori?». Un po’ sono incuriositi, molto più increduli.

Non comprendono il senso delle operazioni né in quale direzione porti. Soprattutto non ne colgono la gravità in quanto sintomo di un cattivo stato di salute per la situazione economico-finanziaria delle società di calcio.

Percepiscono soltanto che qualcosa non funziona ma non la collocano nel quadro d’insieme. Per questo guardano al caso italiano, dove questo metodo è stato brevettato ed elevato a sistema, per capire qualcosa di più.

Specie se lo schema della plusvalenza incrociata comincia a essere utilizzato da club del loro paese. Perché questo è il punto: il calcio italiano ha brevettato il giochino e adesso lo sta esportando all’estero. E mai come stavolta, c’è da dirlo, esportiamo il peggio del made in Italy.

I quattro del Napoli  

La prima richiesta di chiarimento è giunta dalla Francia nell’estate del 2020. Il Napoli aveva appena concluso l’acquisizione dal Lille dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen per una cifra estremamente impegnativa: 70 milioni di euro più altri 10 milioni di eventuali bonus legati al rendimento.

Un eccezionale impegno finanziario che però aveva una controindicazione poiché, a poca distanza dall’ufficializzazione dell’affare, è stato reso noto un altro movimento di mercato in direzione opposta, dal Napoli al Lille, che riguarda 4 calciatori.

Si tratta del terzo portiere Orestis Karnezis (35 anni nei giorni in cui il trasferimento veniva realizzato) e di tre giovani provenienti dal vivaio della società azzurra, alcuni dei quali in possesso di qualche non memorabile esperienza in Serie C: Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori.

Ai quattro veniva data una valutazione complessiva di 20 milioni di euro, che per il Napoli era tutta plusvalenza nata da uno sconto di spesa. Dal canto suo il Lille annotava nel suo bilancio una plusvalenza calcolata sul valore nominale di 70 milioni di euro dato a Osimhen, benché il saldo dello scambio con la società azzurra andava sotto i 50 milioni di euro. Magie dei numeri che diventano opinioni.

Quanto ai quattro calciatori trasferiti al Lille soltanto Karnezis è restato in forza al club francese, dove nell’intera stagione scorsa ha portato a casa una sola presenza in campo, in occasione di una partita di coppa di Francia. Gli altri tre sono stati immediatamente ceduti in prestito a squadre della Serie C italiana, dove peraltro sono passati inosservati.

La scorsa estate i nuovi proprietari del Lille hanno deciso di mettere fine alla pantomima e li hanno svincolati. Meglio realizzare una minusvalenza che proseguire con questa situazione grottesca. Rimangono gli effetti di bilancio per le due società: corposa plusvalenza per il Napoli (che però ha caricato Osimhen sul bilancio a 70 milioni di euro e dovrà scontare gli ammortamenti su quella cifra) e plusvalenza maggiorata per il Lille (che però ha dovuto svalutare una quindicina di milioni di attivo). 

Le magie portoghesi

La richiesta più recente è giunta da una collega di una stazione televisiva privata portoghese. Da quelle parti la lettura dei bilanci annuali ha fatto emergere le originali operazioni condotte dal Porto durante l’esercizio chiuso al 30 giugno 2021. Si tratta degli scambi realizzati con lo Sporting Portugal e col Vitória Guimarães.

L’intreccio avviato con lo Sporting riguarda Rodrigo Francisco Pinto Vieira Fernandes (classe 2001), che si è spostato da Lisbona a Oporto, e Marco Sousa Cruz (classe 2004), che ha compiuto il viaggio inverso. Valutazione: 4 milioni di euro a testa.

Per quanto riguarda l’intreccio col Vitória Guimarães Rafa Pereira (classe 2001) e Francisco Ribeiro (classe 2003) hanno preso la strada di Guimarães, la città dove secondo la mitografia nazionale «è nato il Portogallo», mentre la rotta contraria è stata intrapresa da Romain Correia (classe 1999) e João Miguel Teixeira Mendes (classe 2000). Valore attribuito alle due coppie di calciatori: 11 milioni di euro ciascuna.

Quotazioni lunari per tutti e 6 i calciatori, ma con benefici effetti contabili per i bilanci annuali. Fanno 30 milioni complessivi di euro sulla carta e 0 euro effettivi nelle casse societarie. La collega portoghese si fa sentire perché ha saputo che in Italia la Consob ha messo sotto ispezione le plusvalenze della Juventus.

Le viene spiegato che i bilanci non sono soltanto un’arida esibizione di numeri, ma anzi possono spingersi nel territorio della letteratura fantasy. E a supporto vengono citati i casi del Parma 2015 e di Chievo-Cesena 2018. Lei continua a essere perplessa. Col tempo capirà. Perché qui non si tratta di moneta cattiva che scaccia moneta buona, ma di non moneta che scaccia moneta.

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