Il 28 maggio del 2017 Francesco Totti ha smesso di fare la cosa che gli è riuscita meglio di chiunque altro nella storia della Roma: giocare a calcio.

Le sue lacrime dopo l’ultima partita contro il Genoa, con tutto lo stadio Olimpico a piangere insieme a lui, erano di tristezza per la fine di una carriera ma anche di paura per un futuro ignoto. 

E Totti non poteva ancora immaginare quanto sarebbe stata diversa e difficile la sua seconda vita fuori dal campo.

Le scommesse e gli amici traditori

Non bastavano l’addio polemico alla Roma nel 2019, una carriera da procuratore e talent scout di calciatori già proiettata verso il capolinea e la tormentata separazione dalla moglie Ilary Blasi dopo 17 anni di matrimonio, finita in mano agli avvocati tra reciproche accuse di tradimenti e furti di Rolex e borse.

Nei giorni scorsi sono diventate pubbliche alcune presunte operazioni bancarie, che avrebbero dovuto rimanere segrete, effettuate forse dall’ex capitano romanista. Qualcuno ha ipotizzato che queste operazioni potrebbero essere legate a scommesse e gioco d’azzardo. 

Secondo quanto scritto dalla Verità, l’antiriciclaggio avrebbe inviato una “sos” (segnalazione di operazione sospetta) alla Banca d’Italia in seguito a un bonifico che sarebbe stato effettuato da Totti nel novembre del 2021, con causale «prestito infruttifero», sul conto di una pensionata residente ad Anzio, co-intestato con la figlia che risulta essere una dipendente della società Sport e salute, la ex Coni servizi.

Lo stesso giorno la 45enne romana avrebbe girato il medesimo importo su un altro conto condiviso con il marito, Daniele Mancini, che a sua volta avrebbe poi spostato i soldi sul proprio conto personale. 

L’articolo 35 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 obbliga le banche e gli operatori finanziari a inviare le “sos” quando «sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa».

Spetta poi all’Unità di informazione finanziaria per l’Italia inoltrare eventualmente alle autorità il risultato della proprie analisi sulle operazioni segnalate.

Mancini, dipendente del ministero dell’Interno, è un amico di Totti e lo ha accompagnato spesso al casinò, come raccontato da lui stesso in un’intervista alla Verità, che ha preferito pubblicare solo le iniziali del nome e cognome dell’uomo.

«So’ io che gioco – ha spiegato Mancini – c’ho un amico che c’ha sei sale scommesse ai Castelli, ma i soldi che mi ha dato Totti non li ho mai prelevati e mandati a nessuno. Conosco Francesco da quindici anni e quando io e mia moglie abbiamo avuto dei problemi gli abbiamo chiesto un prestito di 160mila euro. A Monte Carlo ci siamo stati parecchie volte, lui so’ vent’anni che va ai casinò. Il problema è che adesso Francesco è libero e con tanti soldi, magari si è dedicato di più a Monte Carlo». 

Oltre al suo stipendio e quello della moglie, l’antiriciclaggio avrebbe scoperto che Mancini ha ricevuto sul conto «bonifici domestici rivenienti da società operanti nel settore delle scommesse online».

Da qui il sospetto, tutto da dimostrare, che quei soldi siano stati utilizzati per effettuare scommesse. Al momento non risulta aperta alcuna indagine e l’ex capitano romanista sta valutando azioni legali per difendersi: è convinto che alcuni dati riportati a proposito dei bonifici siano errati e che sia stata violata la sua privacy.

Totti, appena tornato dalle vacanze natalizie trascorse tra Florida e Messico insieme ai figli e alla compagna Noemi Bocchi, potrebbe inoltre esprimersi pubblicamente sulla vicenda nei prossimi giorni, anche in vista della nuova udienza per la separazione fissata per il 14 marzo. Intanto andrà a Riad come testimonial della Lega di Serie A per la Supercoppa Milan-Inter in programma il 18 gennaio.

La sua passione per il gioco d’azzardo è stata uno dei motivi alla base dei litigi con l’ex allenatore della Roma, Luciano Spalletti, che lo accusava di tenere i compagni svegli a giocare fino a tarda notte nei ritiri prima delle partite.

Ma un conto è il poker, un altro sarebbero eventuali scommesse sugli eventi sportivi – al momento solo ipotizzate – che sono vietate ai tesserati: Totti lo è tuttora come agente sportivo.

Per questo la vicenda viene seguita anche dal Comitato olimpico internazionale, impegnato nella lotta contro la corruzione nello sport: il ruolo di Totti come “ambassador” per Milano-Cortina 2026 potrebbe essere a rischio.

Dopotutto già ora le notizie pubblicate dalla Verità hanno provocato un danno d’immagine all’ex capitano della Roma che ha perso circa 300mila follower su Instagram nel giro di pochi giorni. 

L’impero economico

Oltre a prestare la sua immagine come testimonial per svariate aziende, Totti può contare su un patrimonio composto da una serie di immobili e di società.

Risulta essere lui l’unico proprietario della megavilla da 25 vani all’Eur, dove sono rimasti a vivere Ilary Blasi e i tre figli, del vicino attico all’Eurosky Tower e della villa da 30 vani all’Axa, nella quale abitava prima del matrimonio.

Sono intestate a lui anche la villa sul mare a Sabaudia più le varie pertinenze. Al momento Totti si è però trasferito in un attico in un comprensorio nel quartiere di Vigna Stelluti a Roma nord, preso in affitto insieme alla nuova compagna.

Fabio Ferrari/LAPRESSE

Le società controllate da Totti sono nove. La holding a cui fa capo il gruppo, che opera principalmente nel settore immobiliare, è la Numberten Srl, costituita ad aprile del 2001, due mesi prima della vittoria dello scudetto con la Roma. Il capitale sociale è di 119mila euro e il socio unico è proprio l’ex calciatore.

Il fratello Riccardo è l’amministratore unico e legale rappresentante della società, nonché presidente del consiglio di amministrazione di cui fa parte, come unica consigliera, la madre, Fiorella Marrozzini. Nell’esercizio 2021, la Numberten ha registrato 660mila euro di ricavi, con un utile di 3mila euro (904mila euro e 64mila euro nel 2020), il patrimonio netto al 31 dicembre era pari a 7 milioni di euro, con immobilizzazioni materiali per 5,3 milioni e immobilizzazioni finanziarie per 2,7 milioni.

Attraverso la holding Totti controlla al 100 per cento altre quattro società Srl: Longarina, Immobiliare Dieci, Immobiliare Ten e Immobiliare Acilia. Inoltre è il socio unico della Vetulonia Srl, che non fa parte della holding.

Da segnalare poi che l’ex romanista possiede lo 0,09 per cento delle azioni della società Campus Bio-Medico Spa, proprietaria del policlinico universitario di Trigoria.

Come si legge nel libro “I re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di Mafia Capitale” di Lirio Abbate e Marco Lillo, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma, si è scoperto che la Immobiliare Dieci ha incassato più di 5 milioni di euro in sei anni dal comune di Roma per l’affitto di 35 appartamenti in un residence nella periferia di Tor Tre Teste.

A capo della commissione di gara che doveva decidere sul bando per gli affitti delle case popolari c’era Luca Odevaine, l’ex braccio destro di Walter Veltroni, finito poi in manette per i reati commessi in altre vicende relative a Mafia Capitale.

Considerando i canoni versati alla società di Totti (857mila euro complessivi all’anno saliti poi a 908mila euro), è stato calcolato che con la stessa cifra il comune avrebbe potuto acquistare a rate quello stesso palazzo di Tor Tre Teste, entrando in possesso del bene.

Nessuno è stato mai indagato per i contratti sottoscritti tra il comune di Roma e la Immobiliare Dieci.

La Numberten non redige un bilancio consolidato e non è quindi possibile ricostruire con precisione l’attuale giro d’affari del gruppo.

Il fatturato aggregato nel 2021 è stato pari a circa 2,1 milioni di euro, con un risultato netto positivo pari a circa 162mila euro (dati calcolati prima del deposito del bilancio della Immobiliare Dieci), ma il conto potrebbe essere influenzato da operazioni effettuate tra le società del gruppo. 

La holding e le società immobiliari di Totti hanno la sede legale nello studio del suo commercialista di fiducia, Adolfo Leonardi, che ha ripreso a occuparsi anche dei contratti relativi all’immagine dopo che, a partire dagli ultimi anni della carriera, era stata la cognata, Silvia Blasi, a  a gestire gli accordi con gli sponsor. 

LaPresse/AS Roma/Luciano Rossi

Ilary Blasi risulta invece la proprietaria al 90 per cento della Number Five Srl, un’agenzia di «agenti o procuratori per lo spettacolo e lo sport» che, come scritto nel bilancio, svolge «esclusivamente l’attività organizzazione in ambito radiotelevisivo». Il restante 10 per cento è di proprietà del suocero di Totti, Roberto Blasi, che è anche l’amministratore unico.

Questa società si è occupata, ad esempio, dei contratti di sponsorizzazione che coinvolgevano l’ex calciatore insieme alla moglie.

In passato i due erano proprietari del 50 per cento della società Never Without You Srl con cui hanno lanciato una linea d’abbigliamento. In dieci anni di attività l’azienda ha raccolto utili per complessivi 70mila euro circa e nel 2013 è stata messa in liquidazione.

Ilary Blasi è ancora adesso la proprietaria della società sportiva dilettantistica SSD Sporting Club Totti a responsabilità limitata con il 90 per cento delle quote e il restante 10 per cento è diviso tra il cugino di Totti Angelo Marrozzini e Ivan Peruch, il marito della sorella di Ilary.

La società è stata costituita nel 2020 e gestisce la scuola calcio che l’ex capitano ha inaugurato alla Longarina, vicino Ostia, nel 2003. Anche in questo caso l’amministratore unico è Roberto Blasi.

Durante 25 anni di carriera da calciatore professionista Totti ha guadagnato oltre 80 milioni di euro netti, ai quali vanno aggiunti altri 1,2 milioni di euro che la Roma, allora gestita da James Pallotta, gli ha versato durante le due stagioni da dirigente.

Il suo ruolo fuori dal campo non è mai stato chiaro, il club lo voleva come uomo immagine nel mondo, lui voleva mansioni operative nell’area tecnica senza però aver accumulato nel frattempo competenze specifiche.

Per un breve periodo aveva anche considerato di intraprendere un percorso per diventare allenatore ma ha abbandonato dopo pochi giorni di lezioni il corso Uefa B che la società aveva fatto organizzare nel centro sportivo di Trigoria per fargli ottenere il patentino base.

Dal campo alla scrivania

«Tornerò con un’altra proprietà», aveva detto Totti nella conferenza d’addio organizzata (tra le polemiche) al Salone d’Onore del Coni, dopo aver lasciato la Roma sbattendo la porta.

Ma per ora i nuovi proprietari del club, Dan e Ryan Friedkin, si sono limitati a incontrarlo un paio di volte e non hanno mai dimostrato di volerlo realmente riportare in società.

L’ex capitano è tornato la scorsa stagione a frequentare lo stadio Olimpico, a pagarlo come testimonial però ci ha pensato lo sponsor Digitalbits, una piattaforma che gestisce una blockchain e la criptovaluta XDB, lo stesso che compare sulle maglie della Roma e dell’Inter.

Da mesi Digitalbits non sta pagando quanto dovuto all’Inter, Totti per ora continua nel suo ruolo di “ambassador”, mentre allo stadio ultimamente si è visto di rado.

Nel frattempo, a partire dal 2019, l’ex calciatore ha costituito tre società per gestire le attività di scouting e di procuratore. La IT Scouting Srl è controllata al 100 per cento da Totti e nel 2021 ha registrato appena 4mila euro di ricavi e una perdita di 37mila euro. La CT10 Srl vede l’ex romanista come socio al 49 per cento mentre il restante 51 per cento è del procuratore Giovanni Maria DeMontis.

Nell’agenzia sono entrati anche Giancarlo Pantano, fra i migliori amici di Totti, e gli ex compagni Vincent Candela e Aldair. Ma dopo l’entusiasmo dei primi tempi i giocatori della “scuderia” sono rimasti pochissimi e il più famoso è il giovane talento della Roma, Cristian Volpato. 

Inoltre Totti si è anche dovuto difendere dalle accuse di altri procuratori, che all’inizio del 2021 avevano presentato un esposto all’Associazione agenti della Figc sostenendo che l’ex calciatore contattasse i loro assistiti senza possedere i necessari requisiti, non avendo mai sostenuto l’esame per abilitarsi alla professione.

«Non esercito l’attività di agente sportivo, ma svolgo esclusivamente l’attività di scouting in conformità a tutte le disposizioni previste dalla legge» ha spiegato Totti, che poi a marzo del 2021 si è iscritto al registro federale degli agenti sportivi domiciliati, dopo aver ottenuto il titolo in Inghilterra, con un percorso semplificato rispetto a quello richiesto in Italia, dove bisogna sostenere un esame.

L’esposto dei procuratori ha portato all’apertura di un fascicolo della Commissione agenti della Figc che è stato poi archiviato a maggio del 2021.

Un mese dopo Totti ha costituito la Coach Consulting Srl per l’assistenza e la consulenza rivolta agli allenatori. In questo caso si è diviso le quote al 50 per cento con l’agente Pietro Chiodi ma, a quanto pare, il sodalizio non è stato un successo, visto che la società è già stata messa in liquidazione. 

Da qualche mese Totti sta pensando di uscire definitivamente dal mondo dei procuratori ed è pronto a valutare eventuali offerte per vendere l’agenzia.

LaPresse

Nel frattempo continua a giocare il campionato di calcio a otto con la sua squadra sponsorizzata, quest’anno, da un’azienda romana (la Weese) che produce vetrate, e ha deciso di investire nel padel, l’altro sport che lo appassiona: in ballo c’è un progetto per costruire un circolo nella zona Magliana sul terreno già a disposizione di un suo amico proprietario di un concessionario di auto.

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