- I cani dei vigili del fuoco non sono di proprietà del Corpo, ma dei singoli pompieri. Il Corpo li utilizza con un contratto di comodato d’uso lasciando alla buona volontà dei vigili il mantenimento e l’allenamento
- Il singolo pompiere deve farsi carico della cura a casa propria dell’animale, assumendosi i rischi e le responsabilità del caso senza mai staccarsi da lui, neanche quando va in ferie
- C’è una evidente disparità di trattamento con i nuclei cinofili di polizia, carabinieri, guardia di finanza ed esercito dove i cani sono di proprietà delle amministrazioniu e poi affidati a personale competente per l’utilizzo necessario
Dal terremoto dell’Aquila alla valanga che a Rigopiano ha travolto un albergo, fino a Ravanusa dove un pezzo di paese è crollato per una fuga di gas, quando c’è da rintracciare qualche superstite o da individuare le vittime tra le macerie, i cani dei vigili del fuoco sono sempre in prima linea. Apprezzati, celebrati sui giornali e dalla televisione come insostituibili e preziosi, pochi sanno però che per lo stato non esistono, o quasi. Nel senso che quei cani addestrati con pazienza e trattat



